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Ferrari #50, che trio: Fuoco e Leclerc uniti dal destino, Nielsen e Molina nella storia

Alla scoperta dei tre piloti che hanno vinto la 24 Ore di Le Mans

di Simone Redaelli
17 Giu 2024 - 13:44
 © Getty Images

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Che impresa! Quelli della #50 avevano un conto aperto con la sfortuna a Le Mans. Ora si è chiuso il cerchio: Antonio Fuoco, Nicklas Nielsen e Miguel Molina hanno vinto la 24 Ore con un finale che sarà ricordato per molti anni. Un trionfo che nasce, appunto, 12 mesi fa quando furono rallentati da un sassolino finito nel radiatore dell’Ers. Da lì, i tre si erano ripromessi di tornare più forti, per completare il lavoro. Quest’anno ci ha provato lo sportello sinistro a fermarli, ma quello che a meno di due ore dalla fine sembrava un problema si è rivelato un jolly che il muretto Ferrari ha calato in pista spiazzando Toyota. Costretti al pit stop, per chiudere lo sportello che in curva si apriva, gli uomini in rosso hanno dovuto cambiare strategia e alla fine hanno avuto ragione. Un finale che ha tenuto tutti con il fiato sospeso, Nielsen, bravo a risparmiare carburante ed energia, ha contenuto la rimonta della #7 giapponese. La Ferrari 499P numero 50 ha tagliato il traguardo davanti a tutti con il solo 2% di benzina ed energia. 

“Abbiamo avuto qualche piccola sfortuna nei pit stop, ma alla fine abbiamo messo tutto il nostro impegno in questa gara, soprattutto dopo l’anno scorso, dove ci era rimasta un po’ qua… Abbiamo lavorato un anno per tornate qui e fare del nostro meglio e alla fine ce l’abbiamo fatta. Le Mans è sempre speciale. Penso che con Miguel [Molina] lo abbiamo capito all’ultima chicane che finalmente ce l’avevamo fatta”, le parole di Fuoco a fine gara con il trofeo in mano da una parte e il Rolex dall’altra.

Festa che è esplosa nel box, le lacrime di Fuoco e Molina che si sono stretti in un lungo abbraccio. Quelle del danese nel casco mentre via radio continuava a ripetere: “Ce l’abbiamo fatta”. 

Un successo ricco di storie da raccontare. Quella di Fuoco che si intreccia con quella di Charles Leclerc. Amici in pista e nella vita. Legati da tante gare e avventure e dalle perdita dei loro padri. “Tuo papà sarà felicissimo da lassù, ti voglio bene grande”, ha scritto il monegasco sui social. Tre settimane fa il successo di Charles a Monaco, dove Antonio era presente. Ieri quello del 28enne calabrese che il pilota F1 ha seguito a distanza: “Durante l’ultima ora continuava a scrivermi per sapere della strategia”. Per entrambi la vittoria della maturità. Nel paddock venerdì ci siamo scambiati una battuta: “Ora tocca a te”, “Speriamo…”.  Antonio Fuoco ce l’ha fatta. Pilota fortissimo e affamato di vittorie, velocissimo e sempre al limite. 

Poi c’è Nielsen che ha saputo ricostruire la sua carriera partendo dal basso. Chiuso in monoposto per problemi di budget si è messo in gioco nel Ferrari Challenge nel 2018 e lì ha iniziato la sua avventura con la famiglia Ferrari. Ogni anno una promozione e sempre con lo stesso risultato: tante vittorie e titoli conquistati uno dietro l’altro. Per lui è la seconda vittoria a Le Mans, nel 2021 il trionfo in GT. Questa, però, ha tutto un altro sapore ed è giusto così: “Ad essere onesti, è stata una gara molto lunga, soprattutto dopo il problema della porta che mi ha fatto pensare che tutto fosse perduto. Poi, però, ho capito che il ritmo sul bagnato era buono. Quindi sì, è stato un ultimo stint molto lungo, e anche l'ultimo giro è stato molto lungo”.

Sorriso a 32 denti anche per Miguel Molina che è stato magistrale in tutti gli stint: “Beh, in realtà in un paio di momenti della gara abbiamo rischiato di rimanere sulle slick e anche per l'ultima chiamata, per passare al bagnato, era il momento giusto. è incredibile. Abbiamo lavorato a lungo per questo risultato e siamo davvero orgogliosi. Oggi è stata la nostra giornata, abbiamo vissuto alcuni momenti di tensione ma siamo riusciti a superarli e alla fine il risultato è arrivato. Sono davvero orgoglioso di tutti coloro che sono coinvolti in questo progetto”, ha raccontato lo spagnolo, terzo iberico a vincere la 24h di Le Mans dopo Marc Gené e Fernando Alonso. Per lui anche tre ore e mezzo nella notte dietro la safety car: “Non passava più, mi stavo addormentando…”, ha scherzato con noi.

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