Il sociologo americano Rifkin spiega come la connessione digitale, che oggi ci tiene incollati ai telefonini, domani farà girare le nostre macchine.
Come ci muoveremo tra 10/20 anni? Quante volte ormai sentiamo questa domanda in coda al supermercato o al bar? A me capita spesso: sia di chiedermelo, sia di sentirlo in giro. Ed è divertente provare a fare delle ipotesi o immaginarci nel 2030.
La realtà è che stiamo vivendo un momento storico fondamentale, una vera rivoluzione, paragonabile al passaggio dall’età agricola a quella industriale. Mi è capitato di leggere degli articoli di Jeremy Rifkin - che è un economista, sociologo e attivista statunitense - molto interessanti sull’argomento e vi consiglio di dare un occhio a questa intervista su MODO, il sito di Volkswagen dedicato alla mobilità del futuro.
(https://modo.volkswagengroup.it/it/q-life/la-rivoluzione-industriale-smart-intervista-a-jeremy-rifkin-2)
Si parte dal rapporto tra la connessione digitale – siamo tutti perennemente connessi – e le energie rinnovabili (eolico e solare). Nel senso che si sta già condividendo energia tra i continenti in modo digitale, una specie di “internet dell’energia”, che si unisce a quello delle comunicazioni. A questi “due internet” si unisce l’internet della mobilità.
Ci siete? Internet della mobilità che è poi come ci muoveremo nel futuro. Rifkin spazia dicendo che le nostre case diventeranno dei veri e propri data centre, con colonnine di ricarica per un passaggio di energia, a doppia direzione, con le auto elettriche. E ovviamente il car sharing.
Con Volkswagen che entro il 2028 prevede di immettere sul mercato 22 milioni di veicoli elettrici. E la conclusione di Rifkin fa riflettere: oggi si utilizzano 90 milioni di barili di petrolio al giorno, due terzi dei quali sono destinati al trasporto. Non sarà più così, con il benestare del mercato.