Il ruolo fondamentale dell'elettrico non basta, bisogna intervenire anche sui motori tradizionali
Il periodo di emergenza che stiamo vivendo ha un'eccezionalità unica che dalla vita di tutti i giorni si riflette sulle strade delle nostre città. Una volta superata - si spera il prima possibile - questa fase, si tornerà a fare i conti con la normalità e le previsioni. Secondo il Forum Internazionale dei Trasporti, la circolazione delle persone aumenterà di circa il 50% a livello globale, considerando il periodo tra il 2015 e il 2030. Entro il 2050 poi, oltre sei miliardi di persone vivranno nelle megalopoli, con conseguente aumento del traffico urbano, destinato a triplicarsi. Fondamentale dunque la mobilità sostenibile, ora e in futuro, con investimenti e studi che diventano di importanza massima.
Bosch, ad esempio, sta rendendo più efficienti non solo i motore diesel, ma anche quelli a benzina. Gli ultimi sviluppi prevedono modifiche al motore e un moderno trattamento dei gas di scarico per ridurre le emissioni di particolati dei motori a benzina fino a un livello del 70% inferiore rispetto allo standard Euro 6.
Altrettanto importanti i programmi per ridurre al minimo le emissioni delle polveri derivanti dalle frenate. In quest’ottica, sono stati sviluppati gli iDisc, che generano solo il 10% di polvere dei freni rispetto alle quantità prodotte da un normale freno a disco, e il sistema a frenata rigenerativa, che può ridurre la polvere dei freni di oltre il 95% nei veicoli elettrici.
Ogni anno, Bosch investe circa 400 milioni di euro nella mobilità a zero emissioni. Per raggiungere questo obiettivo, l’azienda punta a un sistema di propulsione misto composto da motori a combustione ad alta efficienza e motori elettrici all’avanguardia.