Il marchio americano progetta da zero un prototipo per dare un aiuto all'emergenza sanitaria, con parti normalmente utilizzate per le auto elettriche
L'emergenza coronavirus sta portando a grandi sforzi di solidarietà con aziende che si reinvetano per dare una mano a chi soffre. E' il caso (anche) dei marchi dell'automotive, italiani e stranieri: l'ultimo in ordine di tempo è quello firmato Tesla che, dopo aver recuperato e distribuito diversi macchinari, si è impegnata nella progettazione di un ventilatore polmonare partendo da zero.
Pagina bianca, briefing e grafici. L'idea è stata quella di utilizzare materiale e componenti normalmente usati nella fabbricazione delle auto elettriche, per due motivi principali: ottimizzare i tempi e facilitare il lavoro degli ingegneri che giù conoscevano le varie parti.
Fa specie quindi "riconoscere" nell'inedito ventilatore polmonare marchiato Tesla, il display touchscreen della Model 3, componentistiche degli impianti di climatizzazione o del raffreddamento della batteria. Pensando che il tutto è nato da un tweet: "Se c'è carenza produrremo ventilatori", aveva scritto Elon Musk in risposta alla richiesta di un utente.
"Tesla produce automobili con sofisticati sistemi di condizionamento - spiegava - e SpaceX realizza veicoli spaziali con sistemi di supporto vitali. I ventilatori non sono dispositivi complicati ma non possono essere prodotti all'istante". Dalle parole ai fatti. Per ora parliamo ancora di un prototipo ma dopo le necessarie verifiche, sarà pronto a entrare nella produzione di serie, garantendo un aiuto fattivo agli ospedali statunitensi, come già fatto da GM e Ford.