L'allarme pandemia ha paradossalmente dei risvolti positivi a livello di riduzione della CO2
Che cosa ci può insegnare questo periodo di emergenza totale? Molte cose, anche non strettamente legate agli ambiti medici e ospedalieri. Anzi. Parliamo di inquinamento. Perché la pandemia ha portato e sta portando a interventi drastici, mai utilizzati, che quindi - nelle tragiche circostanze in cui si stanno svolgendo - ci possono far riflettere su macrotemi giustamente superati, per il momento, dal Coronavirus. Tutti a casa, questo si traduce in un calo del traffico autostradale in Italia, che si aggira tra 18 e il 20%. La riduzione totale di CO2 si attesta su poco meno di 140.000 tonnellate, dato per il quale bisogna tenere in considerazione anche la chiusura delle scuole e il relativo risparmio a livello di riscaldamento.
La stessa netta riduzione tocca il traffico aereo, con la metà dei voli cancellati per parlare dei numeri di Linate e Malpensa. Mentre il calo dell'inquinamento in Cina è di 200 milioni di tonnellate di CO2.
Cosa succederà a emergenza passata? L' auspicio è che non torni tranquillamente tutto come prima a livello di approccio e di stile di vita e che l'esempio - pur, ribadiamo, per un'emergenza che nessuno si sarebbe mai augurato e che sta mettendo in ginocchio il mondo - possa spingerci, e spingere i politici, a pensare che delle rinunce si possano mettere in atto.
E soprattutto il Coronavirus dovrà insegnare a prendere in considerazione i problemi del Pianeta, climate change e inquinamento, con la stessa serietà e la stessa disponibilità al sacrificio. A cambiare le proprie abitudini, a reagire compatti per un risultato globale. Ci riusciremo?