F1, le immagini del GP di Cina
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Si salva solo la vittoria di Hamilton nella gara Sprint alla vigilia del GP della Cina
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Un fine settimana iniziato con la vittoria di Lewis Hamilton nella Sprint del sabato ma terminato con la clamorosa e doppia esclusione delle Rosse dall'ordine d'arrivo del Gran Premio domenicale. Un weekend da sogno all'inizio, da incubo nel suo esito finale, che solleva interrogativi piuttosto inquietanti anche a livello "politico".
Dalla storia alla stretta attualità seguendo una traiettoria sbagliata, una palla curva, quasi quanto quella che ha portato le due SF-25 alla squalifica finale al termine di un GP che oltretutto era iniziato con il contatto tra le due SF-25 una quindicina di secondi dopo il via. Avrebbe potuto finire ancora peggio, in pista. Saremmo stati qui a scrivere di un vero e proprio "suicidio" sportivo che - dietro il clamore del singolo episodio - avrebbe però finito per nascondere il vero vulnus: quello di una monoposto esageratamente sensibile alle più piccole modifiche oppure ancora un oggetto misterioso - prima che per i due piloti - per gli ingegneri della Scuderia di Maranello. Difficile spiegare altrimenti il baratro prestazionale tra il sabato(mattina) e la domenica. McLaren, Mercedes e Red Bull hanno ugualmente adattato le loro monoposto al variare delle condizioni della pista cinese, mantenendo però una linearità di performance che la Rossa ha inopinatamente smarrito subito dopo la vittoria nella Sprint. Non solo: la ipersensibile SF-25 perde (e a volte ritrova) passo anche all'interno della stessa sessione di azione in pista: era successo in qualifica a Melbourne, è successo di nuovo nella stessa occasione a Shanghai. Mettiamoci pure l'indecisione sul cambiare o meno l'ala anteriore (di Leclerc) dopo il contatto iniziale: incertezza indice forse di una conoscenza non perfetta della monoposto e del suo comportamento. Certo, l'uno-due Australia-Cina non ha aiutato: due Gran Premi, ancora nessuna apparizione dei nostri sul podio: stiamo parlando del GP vero, ovviamente, non del "brodino" Sprint che assegna solo spiccioli di punti e nemmeno lascia traccia nella storia del Mondiale.
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Capitolo piloti: l'armonia tra Leclerc e Hamilton non è (ancora) in discussione: il contatto al via però non aiuta e - a nostro parere - non lo fanno nemmeno le "swap position" in qualifica, quella in gara (pur diverse tra di loro per contesto) e la mancata restituzione a Hamilton della posizione da lui ceduta a Charles per provare ad andare all'attacco di Russell. Nelle dichiarazioni a caldo - ma neanche tanto - del dopogara, sir Lewis ha poi alluso al fatto che le modifiche (oggettivamente controproducenti) apportate tra il sabato e la domenica erano state provate (ed evidentemente approvate) solo da Leclerc, ma non dallo stesso Hamilton. Quasi rivendicando un necessario "timbro" anche da parte sua. Ricordiamocelo: stiamo parlando del pilota più vincente della storia. Roba piccola, verrebbe da dire, per ora, ma solo se tra due settimane in Giappone il Cavallino Rampante rialzerà la testa.
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