Il CEO della Formula Uno lancia uno sguardo sul Mondiale dei prossimi anni
di Stefano Gatti© Getty Images
Nel corso di una lunga intervista, nella quale ha fatto un ampio giro d'orizzonte sulla Formula Uno di oggi e soprattutto di domani, Stefano Domenicali ha toccato anche il tema -molto interessante - e piuttosto scottante - del format dei Gran Premi del Mondiale, sulla falsariga di un'evoluzione iniziata con il varo - dalla scorsa stagione dei GP Sprint. Con il difficile compito e la massima attenzione - da parte del CEO della Formula Uno - di spingere al massimo del proprio potenziale l'equilibrio tra le nrove frontiere della Formula Uno e la propria storia.
"Agli ingegneri ed ai piloti il format attuale piace, ma gli spettatori si aspettano qualcosa in più e dobbiamo cercare di venire loro incontro. Chi paga il biglietto ha diritto ad un weekend interessante in ogni sua singola giornata. A parte il primo turno di prove libere del venerdì, vorrei che ci fosse qualcosa in palio in tutte le altre sessioni, pur rispettando l'unicità del Gran Premio vero e proprio. Per quanto riguarda invece le gare sprint, è nostra intenzionale raddoppiarne il numero per la prossima stagione, facendo anche qualche ritocco al loro formato. Intanto mi fa piacere che anche la MotoGP si sia incamminata in questa direzione. A qualcuno può non piacere in modo particolare ma credo che questo faccia parte delle cose: non puoi mettere d’accordo tutti”.
© Getty Images
Oltre alla filosofia stessa della Formula Uno, o meglio la sua impronta per gli anni a venire, il CEO del Mondiale ha preso in considerazione le linee generali di un calendario che - per quanto riguarda il 2023 - vedrà nelle prossime settimane la luce. Il focus non è uno solo: si va dal numero delle prove iridate, alla permanenza nel calendario stesso di alcuni appuntamenti storici come lo stesso GP del Belgio (in scadenza di contratto quest'anno così come quello di Francia) oppure il GP d'Italia, eventualmente con l'escamotage dell'alternanza con new entries su mercati economicamente di grandi potenzialità come l'Asia ma anche l'Africa, mentre continua a rimanere in sospeso il destino del Gran Premio della Cina a Shanghai.
"Sul GP della Cina occorre essere prudenti, sia per le norme anti-Covid sia per la situazione geopolitica. Dobbiamo aspettare alcuni mesi prima di prendere decisioni definitive: il discorso non riguarda solo la Formula Uno ma tutti i grandi eventi sportivi in quel Paese. Siamo in trattative con Arabia Saudita, Austria e Monaco, potrebbe esserci una sorta di rotazione tra GP di anno in anno. Nel 2023 per esempio non andremo in Francia ma quel Gran Premio potrebbe tornare negli anni successivi. Per il prossimo anno puntiamo ad un calendario da ventitré o ventiquattro Gran Premi, non di più, anche se il numero delle manifestazioni di interesse è superiore. Ho letto che questa potrebbe essere l’ultima volta in Belgio. Le trattative però proseguono e si intensificheranno questo fine settimana a Spa-Francorhamps: vedrete spesso i rappresentanti del circuito nel mio ufficio. La tradizione non basta: anche Monza, che festeggia quest'anno cento anni di storia, deve aggiornarsi per poter conservare il proprio posto nel calendario”.