Possibile via tra fine maggio e inizio giugno con un finale super intenso, ma la riduzione del numero di gare è inevitabile
Dopo la cancellazione del GP d'Australia e il rinvio di quelli del Vietnam e del Bahrein (oltre a quello di Cina già posticipato da tempo), la Formula 1 prova a reinventare il calendario per la stagione 2020. Liberty Media ha convocato per giovedì una videoconferenza con tutti i team principal per stabilire i piani futuri. Al momento l'ipotesi più probabile è che lo shutdown estivo, che impone la chiusura di ogni tipo di attività per tre settimane, venga anticipato ora, per garantire più flessibilità nel corso della stagione. Partenza il 24 maggio (Monaco) o il 7 giugno (Azerbaigian), niente pausa ad agosto e inserimento del GP d'Olanda vicino a quello del Belgio, per poi recuperare a novembre almeno Cina e Bahrein. Inevitabile la rinuncia ad alcune tappe del campionato.
Tra le gare sacrificate ci sarebbe quella di Barcellona (prevista il 10 maggio) e verosimilmente anche quella del Vietnam, ma a rischio c'è anche la stessa Monte Carlo (difficile pensare di organizzare un GP in Francia già a fine maggio). Per salvare almeno la nuova arrivata Zandvoort (inizialmente prevista per il 3 maggio) si sta pensando di inserirla nel weekend del 23 agosto, una settimana prima di Spa e due prima di Monza. Niente vacanze per piloti e tecnici, dunque, considerando che per altro molti si trovano in quarantena in questi giorni, dopo essere rientrati dall'Australia. A Novembre andrebbe in scena un vero e proprio tour de force, con Brasile il 15, Cina il 22 o il 29, Bahrein il 29 o il 6 dicembre. Finale ad Abu Dhabi il 13 dicembre.
Per approvare queste modifiche è richiesto il consenso di almeno 7 team, ma dalle indiscrezioni che emergono sembra che tutti e 10 siano pronti a votare a favore. L'evoluzione della pandemia, naturalmente, resta il nodo cruciale attorno a cui disegnare qualunque tipo di scenario futuro.