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F1, le pagelle della stagione: Hamilton è perfetto

Per Vettel una promozione stiracchiata, che bravo Verstappen

29 Ott 2018 - 23:10

LEWIS HAMILTON 10
Trattandosi del nuovo (si fa per dire) campione del mondo, il massimo dei voti è d’obbligo ma più che un “dieci” sarebbe un “diciotto”, viste le nove pole positions e le nove vittorie collezionate lungo il cammino che lo ha portato al quinto titolo. Un avvio di Mondiale in difesa o quasi, poi lo “switch” estivo che, come l’anno scorso, lo ha lanciato verso la meta. L’equilibrio raggiunto da Lewis tra il suo mestiere dietro il volante della Mercedes e la dimensione da “rockstar” della Formula Uno è un incubo per tutta la concorrenza, a partire da Sebastian Vettel.

SEBASTIAN VETTEL 6
Per la “punta” ferrarista” una stagione in calando, per certi versi in picchiata. Certo, non vanno dimenticate le cinque vittorie ma nemmeno la constatazione che, mentre Hamilton prendeva l’ascensore per i piani alti, Seb saliva su quello per il pianterreno. Accusando il colpo. Svolta negativa al Gran Premio di Germania, poi una serie di errori in gara imputabili forse ad una perdita di serenità un po’ misteriosa, magari legata anche al contraccolpo che la Ferrari ha accusato con la scomparsa di Sergio Marchionne. Nel 2017 Sebastian inflisse un distacco finale di 112 punti a Kimi Raikkonen. Quest’anno (a due GP dal termine) sono “solo” 58.

MAX VERSTAPPEN 9
Due vittorie (quella recentissima di Mexico City e quella “in casa” Red Bull a Spielberg), qualche ritiro di troppo ma la conferma di una predestinazione che però adesso richiede il passaggio concreto ai fatti ed anche una monoposto supercompetitiva sempre, e non solo su pochi circuiti. La “cattiveria” agonistica l’ha messa in pista fin dal debutto, il rispetto se lo è guadagnato subito dopo ed carisma cresce gara dopo gara: il 2019 sarà per Max la stagione-chiave.

KIMI RAIKKONEN 7
La sua seconda avventura ferrarista volge al termine, la relativa amarezza non l’ha nascosta: anche perché il suo dovere Kimi Raikkonen lo ha fatto fino in fondo, massimizzando le sue opportunità e riuscendo pure a togliersi qualche soddisfazione (come la vittoria ad Austin), senza tra l’altro cadere troppo in basso come invece capitato al connazionale “stellato” Bottas. Nel 2019 Kimi torna alle sue origini (la Sauber). Una “retrocessione” ma anche una sfida per l’imperturbabile finlandese.

VALTTERI BOTTAS 5
Più di Raikkonen, più di Ricciardo, nella ristretta cerchia delle “seconde punte” dei tre top teams, Valtteri Bottas ha attraversato in modo abbastanza anonimo il Mondiale 2018. Due pole positions, sei giri veloci in gara, è mancata però la … vittoria di consolazione. Sta comunque dando il suo contributo nella corsa (tutta in discesa) della Mercedes al titolo Costruttori ed in fondo è tutto quello che gli si chiede. Come in passato.

DANIEL RICCIARDO 6
Pur di uscire dalla scomoda ombra di Verstappen, Daniel ha scelto di fare un passo indietro portando casco, tuta e guanti nel box Renault che è la quarta forza del Mondiale ma pur sempre un rischio. Oppure una sfida, il che fa onore al pilota australiano. Stagione impreziosita da due pole positions e da due vittorie: a Shanghai e Montecarlo, nella prima parte di un campionato che lo ha poi visto fare i conti con la mancanza di affidabilità della sua monoposto e con l’impossibilità di fare breccia nel cuore dei vertici Red Bull, perdutamente innamorati del bay prodigio Verstappen.

CHARLES LECLERC 7
Il quindicesimo posto (attuale e migliorabile) nella classifica generale non la dice tutta sull’ascesa di Leclerc che, soprattutto in termini di prestazione in qualifica, è andato costantemente in crescendo nell’arco di un Mondiale che però per il monegasco ha toccato l’apice con l’annuncio del suo ingaggio da parte della Ferrari per affiancare Vettel nel 2019. Sarà uno stimolo per il tedesco ma diffcilmente Charles si accontenterà di questo ruolo.

FERNANDO ALONSO 6
Si appresta a chiudere (per il momento) la sua carriera in Formula Uno con una stagione al di sotto delle (sue) aspettative, nel corso della quale è andato a cercare (e trovare) gloria altrove, vincendo la 24 Ore di Le Mans con la Toyota. La missione “Triple Crown” gli ha forse impedito di focalizzarsi al cento per cento sui problemi della McLaren? Il decimo posto attuale ed i 50 punti all’attivo (a fronte della 16esima piazza con 12 punti) del compagno di squadra Vandoorne tolgono buona parte dei dubbi. Non tutti, perì. Da ammirare in ogni caso per eclettismo, “mestiere” e combattività.

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