Suzuka ristabilisce le gerarchie stagionali ma i piloti McLaren anticipano il futuro del Mondiale
di Stefano Gatti© Getty Images
MAX VERSTAPPEN e RED BULL: 10
Dieci... all'infinito per Max e in questa occasioneanche per Red Bull che - nonostante Perez, ma ne parliamo più avanti - mette in bacheca il titolo Costruttori più "telefonato" di sempre ma non per questo meno meritato: tocca alla concorrenza fare meglio.Tornando a Max, l'olandese sorvola Suzuka e i suoi avversari con un'autorevolezza che ha oggettivamente pochi precedenti e lascia poche o nessuna chances agli avversari. Servirebbe un Mondiale con cinque o sei GP di Singapore sparsi qua e là nel calendario. Battute a parte, ci ripetiamo: spetta alla concorrenza alzare il livello della sfida. Max intanto tocca il cielo con un dito.
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LANDO NORRIS: VOTO 9
Punzecchiato (e battuto) da Piastri in qualifica, rimette le cose a posto con una prova da... Oscar lungo i cinquantatré giri del Gran Premio, mettendo ben presto la freccia nei confronti della McLaren gemella, per poi precederla di diciassette secondi al traguardo, solo un paio meno di quelli che Lando stesso accusa dal vincitore. Quarto podio stagionale (secondo gradino, come nelle occasioni precedenti) e dodici soli punti di ritardo da Russell nel Mondiale.
OSCAR PIASTRI: VOTO 8,5
Il primo podio in Formula Uno nel GP "long distance" è il premio ad un fine settimana che lo porta finalmente al centro della scena o quasi, dopo qualche GP (anzi, più di metà campionato) nell'ombra del compagno di squadra. Perde smalto (e terreno) sul lungo ma - ne siamo certi - si sblocca in vista di nuovi e prossimi exploit. Mezzo punto in più in pagella per aver dichiarato che la cosa più bella del podio è stata "assaggiare lo champagne". Genuino, speriamo che duri.
SERGIO PEREZ: VOTO 4
Niente di meglio, per vivacizzare le pagelle e spezzare le lodi da podio e dintorni, del solito votaccio appioppato al messicano. Nel segno della continuità, Sergio ne combina di tutti i colori fin dal via. Tra contatti, penalità, pezzi danneggiati e soste ai box manco fosse l'autogrill a Ferragosto, Checo fa l'ennesima figuraccia in mondovisione. Il team lo punisce (di più: lo umilia) rimandandolo in pista fuori tempo massimo a pagare l'ennesima penalizzazione. Così, giusto per fargli perdere l'aereo.
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CHARLES LECLERC: VOTO 7,5
Torna il sereno sul Principato o meglio sul principino (senza offesa) che allarga i gomiti e riesce finalmente a lasciarsi alle spalle la SF-23 gemella. Serve ben altro per brillare e - da queste parti - per agganciare le McLaren. Da applausi però il sorpasso all'esterno di Russell. Certo, l'inglese era in condizioni di (leggera) inferiorità tecnica ma la manovra richiede coraggio per essere intrapresa e maestria per essere portata a termine. Con successo, s'intende.
VALTTERI BOTTAS: VOTO 3
Come Perez, forse peggio. Consuma l'asfalto della corsia box più di quello della pista nelle prime battute di un Gran Premio che il finlandese ha vinto non più tardi (ma sembra un'era geologica) di quattro anni fa con la Mercedes. Cinque giri ed è tutto finito, poteva andare peggio.
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MERCEDES: VOTO 6
Voto cumulativo per squadra e piloti, allo sbocco di un weekend all'insegna della confusione, senza una ratio" precisa da seguire e tantomeno una tattica efficace da mettere in pista. Quattro soli punti persi dalla Ferrari e un GP in meno al traguardo finale della stagione. Non è ancora fatta per il secondo posto tra i Costruttori ma - come appena detto per l'ex Bottas - poteva andare peggio.
CARLOS SAINZ: VOTO 6,5
Pacificato dal successo di sette giorni prima a Singapore, Carlos digerisce apparentemente bene i verdetti di un fine settimana che lo ha visto costantemente un passo indietro rispetto al compagno di squadra. In pista fa il suo per confermare il sesto posto in griglia ma - considerando che all'appello dei protagonisti delle qualifiche manca il solo Perez - i conti non tornano per Sainz e lui lo fa notare a favore di microfono a fine gara, ma senza troppa enfasi. Lo preferiamo più verace.
FERNANDO ALONSO: VOTO 5
Le vacanze hanno fatto male allo spagnolo ma ne hanno fatto di più alla Aston Martin. Dopo la pausa estiva, Fernando si è "acceso" solo alla ripresa delle ostilità solo a Zandvoort. Poi poco o nulla tra Monza, Singapore e appunto Suzuka. Certo, il ponte di comando dei "verdi" fa la sua parte richiamandolo ai box quando sul rettifilo principale non si era ancora spento l'eco delle venti monoposto lanciate verso la prima staccata dopo lo spegnimento del semaforo. Il seme della crisi di metà stagione (e oltre) era già ben evidente dentro lo scintillio "too good to be true" di una prima parte di Mondiale storicamente meno indicativa dei valori in campo rispetto alla sua fase culminante.