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FORMULA 1

Ferrari: dal salotto buono di Fiorano alla Desert Storm di Sakhir

I test della prossima settimana a Sakhir primissimo spartiacque di una stagione incerta come poche altre nel recente passato

di Stefano Gatti
20 Feb 2025 - 10:44
 © Getty Images

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"Lo shakedown è filato liscio: nessun problema, è una bella notizia". Dal ferrarista di lungo corso Leclerc alla new entry Hamilton (fa strano definirlo così), passando per il Team Principal Vasseur, il manifesto è chiaro ma il profilo è tutt'altro che basso. Il contesto ambientale e il piano di lavoro di mercoledì 19 febbraio poco si addicevano a proclami e facili entusiasmi. La sgambata di Fiorano a favore di telecamere (nel senso del filming day) e di smartphone (quelli del pubblico da Gran Premio che ha affollato le poche aree accessibile con vista pista) ha completato una due giorni - e una notte - che ha letteralmente acceso l'entusiasmo del mondo Ferrari per una stagione che - fin dai suoi primi passi appunto - si annuncia straordinaria: nelle aspettative intanto, in attesa dei primi responsi veri, quelli della pista.

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Non più la comfort zone della pista-salotto (buono) di casa ma l'asfalto misto-sabbia di Sakhir dove la prossima settimana va in scena l'unica sessione di test pre-campionato e poi quello ancora più insidioso del "cittadino" anomalo dell'Albert Park di Melbourne, dove il Mondiale scatta nel fine settimana centrale del mese di marzo. Lustrini londinesi, selfies maranelliani e quant'altro finiscono nel classico cantone, non vanno di certo ad occupare spazio nel cargo con destinazione Bahrain, dove la SF-25 entrerà in contatto (speriamo solo metaforicamente) con la sua diretta concorrenza.

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Per allargare le traiettorie e casomai incrociare le traiettorie come solo i venti migliori piloti al mondo sono autorizzati a fare ci saranno ancora un paio di settimane di tempo. Nei test di Sakhir sarà tutto un crescendo di dati, indicazioni e controindicazioni, fino al classico time attack del terzo e ultimo giorno. Sì perché l'obiettivo della Ferrari e dei suoi rivali è classicamente quello di conservare il più gelosamente possibile e il più in là nel tempo possibile i propri segreti e soprattutto il proprio potenziale. Questione di non scoprire le proprie carte fino a Melbourne per non concedere nulla - o quantomeno limitare i danni sotto questo aspetto - alla propria concorrenza.

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Scattare meglio dell'avversario al semaforo garantisce un vantaggio iniziale che può essere decisivo in una stagione che chiude quattro anni di regolamento tecnico. Lo ha detto - per tornare all'inizio- lo stesso Team Principal: "Mi aspetto gli stessi quattro team del 2024 in lotta per vittorie e titolo. Quest'anno serve un'evoluzione, non una rivoluzione. Dopo i primi due GP (quello d'Australia sarà immediatamente seguito dalla Cina, ndr) sapremo se potremo puntare ai titoli oppure no".

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