Il disastro di San Paolo è inaccettabile. La convivenza tra Vettel è Leclerc è ormai impossibile.
Inaccettabile. È il primo aggettivo – trascurando gli insulti - venuto in mente a chiunque dopo aver visto le conseguenze della rissa in rosso tra Vettel e Leclerc. Un finale di gara grottesco, che sottolinea ancora una volta la convivenza ormai impossibile tra chi si considera un fenomeno - per aver vinto quattro titoli mondiali con quel missile che era la Red Bull - e un ragazzino baciato dal talento che non ha alcuna voglia di mettere la divisa del gregario.
A San Paolo l’allineamento planetario ha prodotto danni fuori dalla norma, soprattutto all’immagine della Ferrari. Purtroppo non è la prima volta che accade in questa stagione e pensando alla prossima si rischia l’effetto Tsunami. La storia della Formula 1 è ricca di precedenti in questo senso. Ma il “liberi tutti” se lo sono potuti, permettere per manifesta superiorità, la Williams, ai tempi di Mansell e Piquet, e la McLaren con Senna e Prost. Più di recente la gestione dello spogliatoio, con un campione conclamato e un baby fenomeno, ha prodotto solo danni. Lo testimonia il 2007 della McLaren con Hamilton e Alonso che hanno fatto di tutto per regalare il titolo a Raikkonen e alla Ferrari. Ma il rapporto tra Vettel e Leclerc ha una declinazione differente, visto che a Maranello hanno viaggiato sotto traccia per buona parte dell’anno, superando la linea di galleggiamento solo a stagione inoltrata. Insomma, un squadra in difficoltà vede finalmente la luce, ma a spegnerla a intermittenza sono proprio i suoi piloti. Inaccettabile, appunto, trascurando gli insulti comparsi sui tutti i social, scritti da chi, da quel colore lì, si aspetterebbe atteggiamenti di altro spessore e non liti buone per assemblee condominiali.