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Ferrari, la settimana più lunga: tra dimissioni, dubbi,malumori e... la ricetta Domenicali

Nel secondo appuntamento del Mondiale la Scuderia punta a tappare le falle dell'esordio stagionale

di Stefano Gatti
11 Mar 2023 - 11:59
 © Getty Images

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La settimana che ha seguito il deludente avvio di Mondiale è stata addirittura per la Ferrari ancora più complicata di quella del GP del Bahrain stesso. Nella sostanza (che è poi l'unica cosa che conta) a causa delle dimissioni di David Sanchez, nella forma invece (o meglio nella modalità) per via del clima di pessimismo e quasi di rassegnazione alla altrui superiorità tecnica - Red Bull, naturalmente - che non appartengono ovviamente ad un team che ha appena iniziato una stagione nella quale c'è molto in palio, anzi moltissimo ed in fondo agli archivi è andato solo il primo episodio di una serie che ne contempla ventiquattro. Tra premature profezie di stagione tutta in salita, malumori a tuttocampo e prospettive di ennesima stagione all'inseguimento, la marcia di avvicinamento alla possibile riscossa di Jeddah è per forza di cose tutta in salita. Di sostanziale, come detto, ci sono le dimissioni di Sanchez e una pedina difficile da rimpiazzare ma all'alba del Mondiale conviene dare ascolto a chi la sa più lunga di tutti: Stefano Domenicali. Nel corso dell'intervista esclusiva rilasciata nei giorni scorsi a Sportmediaset, il CEO della Formula Uno nonché ex Team Principal delle Rosse ha sentenziato (lui può appunto permettersi di farlo) come questo sia il momento di "non lasciarsi prendere dall'emotività e lavorare a testa bassa". 

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"Bisogna lavorare sui punti deboli per crescere senza entrare nella dimensione tipicamente italiana dell’emotività. Solo con la determinazione si esce da situazioni difficili. Dopo una sola gara non i può essere emotivi, bisogna rimanere concentrati e andare avanti a testa bassa cercare di risolvere i problemi. Le chiacchiere stanno a zero. Anche perché da quello che ho visto nelle due giornate di prove di Sakhir gli elementi per essere fiduciosi ci sono tutti quest'anno”.

No panic, insomma. È secondo noi il punto di vista appassionato (per via della sua storia personale) ma soprattutto equidistante (per ruolo attuale) l'atteggiamento più responsabile - anche da parte dei media - per analizzare l'avvio del Mondiale ferrarista in attesa della controprova di Jeddah, da un certo punto di vista essa stessa non definitiva, in attesa dell'avvio della stagione europea (quella che da sempre indirizza la stagione dopo la partenza overseas, che offre spesso risultati non del tutto affidabili). Senza andare tanto lontano nel tempo e richiamare alla memoria una lunga casistica sul tema) lo sanno bene proprio alla Ferrari, ripensando allo straordinario avvio del Mondiale 2022. Oltretutto al GP dell'Emilia-Romagna di Imola mancano più di due mesi. In mezzo ci sono i GP d'Australia, Azerbaijan e Miami, senza dimenticare il vuoto di quasi un mese tra Melbourne e Baku, causato dalla quarta cancellazione consecutiva del GP della Cina. Un tempo, quello che ci separa da Imola, addirittura più lungo di quello trascorso dalla "salita al potere" a Maranello di Frederic Vasseur e dall'avvio del nuovo corso ferrarista.

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Non si tratta semplicemente di dare tempo al tempo (materia esatta - il tempo - in Formula Uno) ma di prendersi quello necessario per registrare meccanismi e procedure e relazioni. Non è forse la via più veloce per mettere... i bastoni tra le ruote della Red Bull di Verstappen, ma non c'è altro modo. Nel frattempo, per citare ancora Domenicali, "le chiacchiere stanno a zero". 

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