Il monegasco si candida a uomo-faro della Rossa nel tentativo di alzare il livello della sfida alla McLaren
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Una dopo l'altra, le prime cinque tappe del Mondiale nell'arco di cinque settimane lo hanno prima suggerito, poi confermato e infine ribadito: la Ferrari 2025 è di fatto Leclerc-dipendente. A fare la differenza non è tanto la forbice-punti tra Charles e Lewis Hamilton (47 punti a 31), quanto la progressiva autorità con la quale il monegasco ha segnato questa stessa differenza lungo il trittico di gare del mese di aprile: Suzuka, Sakhir e Jeddah. Risultati a parte (è pur sempre stato sir Lewis - anomalia assoluta - a vincere la Sprint di Shanghai), Leclerc in Giappone ha iniziato a tirare il filo giusto, alzando il livello del suo gioco (due quarti posti e il podio saudita da lì in avanti) e rivendicando per sé, con il garbo e l'educazione che lo contraddistinguono, un ruolo-guida nello sviluppo della SF-25: "Ho trovato la direzione giusta per me, ed quella da seguire". Charles prende insomma per mano la Ferrari - come paradossalmente non ero riuscito a fare (con la necessaria contrinuità) nel corso della quadriennale coabitazione con Carlos Sainz.
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Per una volta insomma sembra che la critica ci abbia preso: l'arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari aiuterà anche Leclerc a crescere. Lo aveva in fondo detto lui stesso ma probabilmente l'effetto non è del tutto quello desiderato. Soprattutto da parte della Ferrari, anche se non è certo "colpa" di Leclerc. Hamilton ha detto e ridetto - tra Sakhir e Jeddah - che le responsabilità della sua "partenza falsa" ferrarista (quasi, lo salva la "solita" vittoria Sprint cinese) sono tutte in capo a lui. Certo, serve una scossa e nel caso non sarà il sette volte campione del mondo a fare le spese dell'eventuale "fine tuning" (fa più chic rispetto a "rimpasto")nel suo lato del garage rosso.
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Leclerc intanto tiene giù la testa e non si concede distrazioni di sorta. C'è una missione-rimonta da portare avanti, fin dal prossimo appuntamento del primo weekend di maggio a Miami, che precede di due settimane quello di Imola, dove la Rossa deve arrivare pronta a puntare al bersaglio grosso, prima di Montecarlo (dove Leclerc è il "campione in carica") e del "game changer" regolamentare di Barcellona, che potrebbe anche cambiare il senso della stagione. Charles, per ribadire il concetto, ha la Ferrari in mano: per dirla in modo meno brusco, Charles prende per mano la Ferrari. Una condizione e una posizione di forza, anche a livello di mercato e di... potere contrattuale. Ma questa è - almeno per il momento - tutta un'altra storia e una distrazione non necessaria. Le priorità sono altre: c'è una stagione da raddrizzare.
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