L'ex-pilota di Ferrari e McLaren era ad Imola lo scorso weekend per il terzo appuntamento del campionato DTM.
di Stefano GattiQuella tra Ayton Senna e Gerhard Berger è stata una delle amicizie più salde ed a prova di rivalità (anche e soprattutto interna) nella storia della Formula Uno. Lo scorso fine settimana ad Imola, dove era in programma la terza tappa del DTM (la serie della quale è direttore da cinque anni), il campione austriaco si è recato al Tamburello per rendere ancora una volta omaggio a "Magic", posando per una foto-ricordo davanti al "murales" di poster, bandiere, messaggi, immagini e fiori appesi alle reti, in prossimità del luogo dell'incidente del 1. maggio 1994.
Vittorie e complicità, doppiette e lealtà ma soprattutto amicizia ed un solo neo, ormai dimenticato: il plateale alleggerimento sul pedale dell'acceleratore con il quale, negli ultimi metri del GP del Giappone del 1991 ed ormai sicuro del suo terzo titolo, Senna "concesse" la vittoria a Berger nel GP del Giappone di Suzuka.
Nel corso degli anni, Gerhard non si è mai fatto pregare per ricordare Ayrton, le loro imprese comuni con la McLaren, i reciproci scherzi feroci (soprattutto quelli che Berger architettava nei confronti del brasiliano) e per appoggiare le cause umanitarie portate avanti fin dal 1994 dalla famiglia di Senna, proseguendo l'opera intrapresa dal campione paulista in contemporanea con la sua straordinaria carriera sulle piste.
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Per tutto questo, a distanza di ormai più di ventotto anni dall'incidente al via del GP di San Marino del 1994, la visita di Gerhard al muretto del Tamburello nel weekend del terzo degli otto appuntamenti del DTM (Deutsch Tourenwagen Masters, la serie da lui presieduta) potrebbe essere sembrata dovuta, mentre è stata in realtà tutt'altro che scontata. Un segno di gratitudine e di riconoscenza che riporta indietro negli anni, con dolcezza ed un po' di malinconia. Senza dimenticare che - sette anni prima di quello fatale ad Ayrton - era stato proprio Berger a rischiare la vita in un incidente per certi versi simile, colpendo con la sua Ferrari il muretto del Tamburello (a poche decine di metri dal punto di impatto della Williams di Senna) nel corso del quarto giro del Gran Premio di San Marino del 1989.