Il sofferto iter che porta al debutto del costruttore USA tra due stagioni ha finalmente preso slancio
di Stefano Gatti© Getty Images
General Motors sì, Andretti no: il semaforo verde della Formula 1 (con avallo FIA) all'undicesimo team "targato" GM a partire dal 2026 nasconde una sorta di disparità di trattamento che l'Organizzatore americano del Mondiale sancisce come un decisivo ribaltamento di prospettiva: da un team Andretti al via con una power unit clienti (verosimilmente Renault nelle intenzioni iniziali) con la speranza di attrarre l'interesse e l'ingresso in campo di uno dei grandi costruttori americani (General Motors attraverso il brand Cadillac), ad un impegno diretto della GM stessa con power unit clienti Ferrari oppure Honda (curiosamente ma "busines is business" e il regolamento... anche) e l'impegno formale da parte della Casa americana a fare tutto... in casa entro al fine del decennio, in linea di massima a partire dal 2028. Undici mesi dopo il "vade retro" da parte di tutti gli interessati (F1, FIA e soprattutto le attuali dieci squadre) è stato il passo indietro fatto da Michael Andretti due mesi fa, cedendo il controllo di Andretti Global a Dan Towriss, CEO di Group 1001.
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Del pesante (e ai soggetti di cui sopra indigesto) coinvolgimento del nome Andretti rimane in buona sostanza il ruolo (strettamente onorario e non operativo) dell'ottantenne Mario Andretti (padre di Michaeal e campione del mondo di F.1 con la Lotus nel 1978) come membro del Consiglio di Amministrazione, con un ruolo strettamente onorario e non operativo: una sorta di ambassador di lusso e altamente rappresentativo (ma nulla di più) in un Mondiale che oggi come oggi fa tappa negli USA tre volte all'anno (Miami, Austin e Las Vegas) e addirittura quattro in Nordamerica con il GP del Canada.
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Oltre all'entrata in vigore del nuovo regolamento tecnico quindi il Mondiale del 2026 (dopo un 2025 di passaggio) vedrà l'ingresso in campo di due nuovi Costruttori: General Motors appunto come undicesimo team ex-novo e naturalmente Audi che rileva la franchigia Sauber. Un cliente in più per le dieci attuali squadre con il quale spartirsi le quote dei diritti televisivi e commerciali, oltre al montepremi. Con un fondamentale e decisivo distinguo: un team americano "a trazione" Andretti avrebbe semplicemente eroso spazio e denaro dalle quote destinate agli attuali squadre, giocando un ruolo al cento per cento concorrenziale ad ogni livello. Un team americano "Casa" invece entra a far parte del patrimonio stesso della Formula 1, capace di fortificare l'immagine stessa del Mondiale, aprire ulteriori porte nel mercato americano e - con una nuova power unit in campo a partire dal 2028 - anche un salvagente in più in caso di uscita di scena nel medio termine di uno degli attuali Costruttori del "portafoglio" Formula 1.
E Michael, nel senso di Andretti? Il sessantadueenne top manager ed ex pilota (una stagione "quasi completa in McLaren fianco di Ayrton Senna nel 1993) è tutt'altro che uno sprovveduto e il suo passo indietro di fine settembre difficilmente resterà l'ultima voce del suo curriculum personale. Il campione Indycar (allora CART) del 1991 ha salutato... con entusiasmo il via libera alla candidatura USA da lui avviata e poi appunto passata in altre mani e potrebbe da qui a due anni rientrare in gioco, magari con un ruolo operativo: manageriale ma... marginale rispetto ai (suoi) piani iniziali. È cambiato tutto a livello "macro" in soli undici mesi, perché mai non potrebbe cambiare qualcosa anche a livello di dettagli operativi da qui a due anni.
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Ecco intanto le reazioni dei principali protagonisti (nel bene e nel "male") della vicenda all'annuncio del semaforo verde alla General Motors nel Mondiale.
Greg Maffei, Presidente e CEO di Liberty Media:
"Con i continui piani di crescita della Formula 1 negli Stati Uniti, abbiamo sempre creduto che accogliere un marchio statunitense impressionante come GM/Cadillac sulla griglia di partenza e GM come futuro fornitore di power unit potesse portare ulteriore valore e interesse a questo sport. Attribuiamo alla leadership di General Motors e ai suoi partner un progresso significativo nella loro preparazione per entrare in Formula 1. Siamo entusiasti di andare avanti con il processo di candidatura per il team GM/Cadillac per entrare nel campionato nel 2026".
Stefano Domenicali, Presidente e Amministratore Delegato della Formula 1:
"L'impegno di General Motors e Cadillac in questo progetto è una dimostrazione importante e positiva dell'evoluzione del nostro sport. Non vediamo l'ora di vedere i progressi e la crescita di questa operazione, certi della piena collaborazione e del supporto di tutte le parti coinvolte".
Mohammed Ben Sulayem, Presidente FIA:
"General Motors è un enorme marchio globale e una potenza nel mondo OEM (Original Equipment Manufacturer, ndr) e sta lavorando con partner straordinari. Sostengo pienamente gli sforzi compiuti dalla FIA, dalla Formula 1, da GM e dal team per mantenere il dialogo e lavorare verso il risultato di un accordo di principio per portare avanti questa richiesta di portare un team a marchio GM/Cadillac sulla griglia di partenza per il Campionato del Mondo FIA di Formula Uno 2026. Tutte le parti, compresa la FIA, continueranno a lavorare insieme per garantire che il processo proceda senza intoppi".
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Mark Reuss, Presidente General Motors:
"Essendo l'apice degli sport motoristici, la F.1 richiede innovazione ed eccellenza che si spingono oltre i limiti. È un onore per General Motors e Cadillac entrare a far parte della serie di corse più importante del mondo e ci impegniamo a competere con passione e integrità per elevare lo sport per gli appassionati di corse di tutto il mondo. Questo è un palcoscenico globale per noi per dimostrare l'esperienza ingegneristica e la leadership tecnologica di GM a un livello completamente nuovo".
Dan Towriss, CEO businessTWG Global:
"Siamo entusiasti di collaborare con General Motors per portare una presenza dinamica in Formula 1. Insieme, stiamo assemblando un team di livello mondiale che incarnerà l'innovazione americana e offrirà momenti indimenticabili agli appassionati di corse di tutto il mondo. Apprezziamo il supporto della FIA e della FOM alla nostra domanda e il loro riconoscimento del valore che possiamo apportare al campionato".
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Michael Andretti:
"Il Cadillac F.1 Team è composto da un forte gruppo di persone che hanno lavorato instancabilmente per costruire una squadra di lavoro americana. Sono molto orgoglioso del duro lavoro che hanno svolto e mi congratulo con tutti i soggetti coinvolti per questo importante passo successivo. Farò il tifo per voi!"
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Mario Andretti:
"La Formula 1 è stata il mio primo amore e ora - settant'anni dopo - il paddock della F1 è ancora il mio posto felice. Sono assolutamente entusiasta dell'ingresso di Cadillac e di collaborare con Mark Walter e Dan Towriss. Non mi sembra vero di esservi coinvolto alla mia età. Devo darmi un pizzicotto per essere sicuro che non sia un sogno".