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Dominio assoluto dei "Tori" nel secondo appuntamento del Mondiale sulla Corniche di Jeddah
di Stefano Gatti© Getty Images
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Doppietta Red Bull nel GP dell'Arabia Saudita: a Jeddah vince Sergio Perez che era scattato dalla pole position. Il messicano precede Max Verstappen (in rimonta dall'ottava fila) che è leader del Mondiale grazie al giro più veloce della gara. Fernndo Alonso chiude terzo in pista ma viene retrocesso al quarto posto per aver scontato in modo non corretto (durante la Safety Car) una penalità per errato posizionamento sulla griglia ma tre ore dopo la conclusione del GP viene reintegrato sul podio: il centesimo della sua carriera. Male le Ferrari, mai in gara per il podio: sesto Carlos Sainz, settimo Charles Leclerc, dietro alle due Mercedes di George Russell (che per poche ore aveva ereditato il pdio da Alonso) e di Lewis Hamilton.
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Gran Premio dell'Arabia Saudita dolcissimo (e tiratissimo) per le Red Bull, amarissimo per la Ferrari che porta questa volta entrambe le SF-23 al traguardo ma lontanissime dal vertice e alle spalle sia della Aston Martin che della Mercedes, che chiude con il quarto posto di Russell ed il quinto di Hamilton. Un passo avanti nell'affidabilità ma al tempo stesso due indietro a livello di performance per la Scuderia, con prospettive poco incoraggianti per il prossimo appuntamento, ad iniziare dal Gran Premio d'Australia di inizio aprile, puntando più che altro al mese intero di pausa (provocato dall'ennesima cancellazione del GP della Cina) tra Melbourne e Baku.
Leclerc ha rimontato bene all'inizio su gomme soft ma dopo l'unica tornata di soste ai box - in una situazione di equivalenza di mescola con la concorrenza - ai due piloti della Rossa non è rimasto che guidare verso il traguardo senza minacce da parte di chi seguiva (Ocon e Gasly con le Alpine) ma anche senza chances di attaccare le Frecce Nere, tantomeno la Aston Martin di Alonso. Certo, le Rosse pagano la doppia sosta in sequenza che ha sì messo temporaneamente Sainz e Leclerc davanti a Stroll, salvo poi rivelarsi un autogol (imparabile in quando imprevedibile) quando la Safety Car causata dallo stesso Stroll ha permesso alla diretta concorrenza di "servire" il pit stop in condizioni vantaggiose.
Quel che resta... del giorno (o meglio della notte saudita) è la constatazione che al momento c'è solo Alonso nella scia delle Red Bull, o meglio con loro sul podio. Ci sono però volute tre ore (cinque, contando la gara stessa) per stabilirlo. A tarda sera infatti i responsabili di Aston Martin sono riusciti a portare al Collegio dei Commissari (l'ex pilota Enrique Bernoldi, Mathieu Remmerie, Nish Shetty e Hassan Alabdali) una nutrita serie di precedenti specifici (sette) nel corso dei quali l'avvenuto contatto con la macchina (compreso quello del cavalletto sollevatore) prima che fossero trascorsi i secondi di penalità non era stato motivo di ulteriori sanzioni.
LA CRONACA DELLA GARA
Hamilton al via con la gomma hard, Leclerc con la soft (come il solo Norris), a differenza del compagno di squadra Sainz. Media per tutti gli altri. Alonso brucia Perez al semaforo. Stroll supera all’esterno Sainz per la quarta posizione. Alonso investigato per errato posizionamento in griglia: cinque secondi di penalità. Piastri subito ai box con la McLaren (nuovo musetto per un contatto con Gasly alla prima esse dopo il via). Leclerc nono al secondo giro, Verstappen tredicesimo. Perez non aspetta la penalità di Alonso e lo supera all’inizio del quarto dei cinquanta giri di gara. Lecler supera Gasly al giro otto e mette le mirino Hamilton (settimo). Verstappen è invece decimo. Leclerc supera anche Hamilton e ha strada libera “fino” ad Ocon. Al dcecimo giro Perez precede Alonso, Russell, Stroll, Sainz, Ocon, Leclerc, Hamilton (in difficoltà con la hard), Verstappen e Gasly. Gara in parallelo per Verstappen e Leclerc: l’olandese soffia ad Hamilton l’ottava posizione, il ferrarista salta anche la Alpine di Ocon e “punta” ora il proprio compagno di squadra. Sullo slancio, anche Verstappen sfila Ocon e sale in sesta posizione grazie al pit stop di Stroll (hard). Pit stop per Gasly (quindicesimo giro). Pit stop anche per Sainz (hard), che riparte davanti a Stroll. Verstappen raggiunge Leclerc ma il ferrarista entra ai box (imitato da Ocon) e rientra anche lui davanti a Stroll che subito dopo abbandona con la Aston Martin ammutolita. Safety Car! Pit stop per il leader Perez, seguito da Alonso (che sconta la penalità), poi Verstappen, Hamilton e Russell. Si riparte al giro ventuno con Perez davanti ad Alonso, Russell, Verstappen, Hamilton, Sainz e Leclerc. Poi Tsunoda e le Alpine di Ocon e Gasly. Hamilton con la media supera Sainz. Perez allunga al comando, Verstappen infila Russell e sale in terza posizione, minacciando subito Alonso, per poi superarlo all’inizio del venticinquesimo giro: metà gara! Russell è quarto davanti all’altra Mercedes di Hamilton, poi le due Ferrari con Sainz pronto a farsi da parte dando strada a Leclerc. Ritiro per Albon con grossi problemi all’impianto frenante. Red Bull in controllo nelle prime due posizioni, a ritmo di giri veloci del GP: al trentunesimo giro Perz ha cinque secondi di vantaggio du Verstappen, Alonso è terzo a tredici secondi. Gara totalmente negativa per la McLaren: Norris e Piastri viaggiano in coda al gruppo. Alle loro spalle sono Bottas con la Alfa Romeo. Stallo in casa Ferrari: Sainz e Leclerc girano sugli stessi tempi in sesta e settima piazza, senza possibilità di scambio di posizioni. Dodici giri al termine: Verstappen avverte il box Red Bull di un possibile problema al posteriore della sua monoposto, come in qualifica! Da parte sua Perez segnala alla cabina di regia dei Tori un pedale del freno "un po' lungo"... Alonso ci crede e aumenta il ritmo, Red Bull consiglia a Verstappen di abbandonare la caccia a Perez e difendere la seconda posizione.
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Perez vince il GP dell'Arabia Saudita (quinto successo in carriera) davanti a Verstappen che resta leader del Mondiale grazie al punto-bonus del giro veloce, segnato all'ultimo giro di gara. Alonso taglia il traguardo in terza posizione ma viene messo sotto investigazione per la penalità "pagata" dallo spagnolo in regime di Safety Car. Fernando sale sul podio ma subito dopo viene penalizzato di dieci secondi e scende al quarto posto della classifica finale, per poi essere reintegrato dal collegio dei commissari FIA che smentisce sè stesso nel giro di tre ore. George Russell chiude quarto con la Mercedes, Hamilton quinto davanti alle due Ferrari. La classifica a coppie prosegue con le due Alpine di Ocon e Gasly (ottavo e nono), mentre la battaglia al calor bianco (come il colore delle loro monoposto) tra Magnussen e Tsunoda per la decima posizione e quindi l'ultimo punto iridato termina a favore del danese del Team Haas.