Il sette volte iridato (e il suo compagno di squadra) cercano a San Paolo del Brasile un weekend finalmente vincente
di Stefano Gatti© Getty Images
Il conto alla rovescia recita meno due: due sole occasioni per Lewis Hamilton di proseguire la sua personale e straordinaria collezione di almeno una vittoria in ognuna delle sue sedici stagioni nel Mondiale. La prima delle due rimanenti chances si offre questo fine settimana al sette volte iridato nel GP del Brasile. L'occasione è ghiotta, per diverse ragioni e tra di loro molto diverse! La Mercedes è in crescita e di più ancora lo è Lewis che - scherzosamente - il suo stesso team suggerisce per il weekend di chiamare... Luís Hamilton, visto che al suo pilota è stata conferita al suo arrivo nel Paese ad inizio settimana la cittadinanza onoraria brasiliana. Senza dimenticare, scavando nella storia recente della Formula Uno, che ad Interlagos Lewis ha conquistato "last minute" (anzi "last gasp") nel 2008 il suo primo titolo iridato, "courtesy of" Toyota e Tim Glock e ai danni di Felipe Massa e della Ferrari!
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Le premesse insomma ci sono tutte, il contesto più che altro. Poi Hamilton dovrà fare i conti con la fame insaziabile di Max Verstappen, con le chances ferrariste che non possono certo essere sottovalutate (soprattutto in ottica Mondiale Costruttori, con Maranello in vantaggio di quaranta punti su Stoccarda: 487 a 447) e con le legittime ambizioni di George Russell, al quale il 37enne campione from Stevenage (pur dovendosi difendere da Sainz-quattro soli punti di vantaggio: 216 a 212) può ancora strappare il quarto posto nel Mondiale Piloti. Quindici soli punti (l'equivalente di un terzo posto: 231 a 216) lo dividono infatti da George che lo precede in classifica fin dal secondo GP stagionale.
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Niente di che, per uno che ha vinto sei titoli negli ultimi nove anni ma... in tempi di vacche magre, l'orgoglio conta, eccome se conta! Una Mercedes competitiva al massimo livello solletica anche le ambizioni del compagno di squadra, anche lui in caccia: nel suo caso della prima vittoria in un Gran Premio. Exploit che George sicuramente - lo scorso inverno a ruote ferme - era pressoché certo di poter mettere a segno nel corso della stagione che si avvia alla sua conclusione: sicuramente prima dell'analoga première di Carlos Sainz (oltretutto nella "sua" Silverstone"), magari prima anche delle rituali briciole lasciate cadere dalla tavola dal banchetto di SuperMax al suo scudiero Sergio Perez.
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La missione di Hamilton, fondamentalmente la stessa del suo compagno di squadra, ha però un peso specifico diverso, come detto sopra. A partire dal debutto nell'ormai lontano 2007, Lewis (anzi, Luís) non ha mai mancato il podio alto e solo in una stagione si è dovuto accontentare di una vittoria. Accadde nel 2013, primo anno del nostro al volante della Mercedes dopo sei stagioni sulla McLaren, con il successo nel GP d'Ungheria. Vincendo sia questo weekend in Brasile che il prossimo ad Abu Dhabi, "Ham" farebbe pari con un'altra stagione... sottomedia: il 2009 post-titolo d'esordio con due soli acuti: prima nel suo personale "porto sicuro" di Budapest (ancora!) e poi a Singapore al volante della McLaren.