Messaggio d'amore di sir Lewis per la sua nuova conquista rossa... live dall'abitacolo della Mercedes
© Getty Images
"Ragazzi, ma quanto va la Ferrari?" Tutti presi a scandagliare anche le inflessioni e i significati reconditi (inesistenti) dei battibecchi via radio di Leclerc e Sainz, non abbiamo dato il giusto peso all’espressione di meraviglia di Lewis Hamilton nella fase del Gran Premio di La Vegas che vedeva il sette volte iridato impegnato a fondo nel prendere la scia della macchina che guiderà l'anno prossimo e in fin dei conti tra un mese e mezzo o giù di lì. Un team radio in modalità "urbi et orbi"che Hamilton, vanamente lanciato all'inseguimento della Mercedes del suo compagno di squadra Russell tra le strade di Sin City, ha direttamente indirizzato al tempo stesso al ponte di comando stellato e a quello al cui centro sedeva Frederic Vasseur. Come dire: so cosa lascio ma so anche cosa trovo. Sarà proprio così? Lo sperano in tanti, praticamente tutti.
© Getty Images
"È stata la miglior mossa che Lewis potesse fare. Avrà solo bisogno di un paio di test di adattamento, poi se troverà le motivazioni giuste e una macchina competitiva ha tutto per vincere un altro titolo. Con questo non voglio dire che Leclerc non gli darà del filo da torcere, al contrario: solo che dovrà farlo con continuità. Una cosa è vincere un Gran Premio ogni tanto, un'altra è conquistare il titolo".
Parole e musica sono di Nigel Mansell, mettendo da parte i casi non pertinenti di Eddie Irvine e Oliver Bearman l'ultimo pilota inglese prima di Hamilton ad approdare a Maranello arrivando da un team vincente (la Williams, per quanto in ribasso al momento di dirle addio), vale a dire ben trentacinque anni fa. Oltretutto fissando l'asticella in alto fin da subito: Nigel vinse al debutto sulla Ferrari nel Gran Premio del Brasile, al volante della 640 equipaggiata con il cambio semiautomatico al volante, anch'esso all'esordio assoluto in gara!
© Getty Images
Le parole del "Leone" Mansell suggeriscono anche una riflessione particolare e a nostro modo di vedere interessante, che riguarda la convivenza tra Hamilton e Leclerc. Perché se sir Lewis non ha più nulla da imparare da nessuno, viceversa dal confronto diretto con lui il monegasco ha la chance di fare un grande salto di qualità e molte lezioni da imparare. Molto di più che non da un rapporto fondametalmente paritario (e proprio per questo "insidioso") come quello delle ultime quattro stagioni di coabitazione con Sainz.
© Getty Images
Mettiamola così: Hamilton insomma ci mostrerà il vero Leclerc e abbiamo la sensazione che tra i "pro" che hanno convinto la Ferrari ad ingaggiare Hamiltonci sia anche questo, indipendentemente da come la pensi (e la viva) il buon Charles.