Affidabilità ritrovata per le Rosse a sul velocissimo "cittadino" saudita ma il passo-gara rimane insufficiente
di Stefano Gatti© Getty Images
Invece di sciogliere i dubbi sorti a Sakhir, il GP dell'Arabia Saudita ha stretto nuovi nodi in casa Ferrari. Questa volta l'affidabilità c'è stata, la performance in qualifica pure ma il passo-gara continua a latitare, al di là dell'episodio - oggettivamente sfortunato - che ha trasformato un riuscitissimo doppio pit stop con overcut su Stroll in una specie di autogol legato alla Safety Car ("provocata" dallo stesso pilota canadese) che ha permesso al... resto del mondo di cambiare pneumatici in situazione vantaggiosa. Da lì in avanti però Leclerc e Sainz (per sintetizzare, senza manacare loro di rispetto) hanno inserito la modalità "cruising" per i restanti trentacinque giri della Corniche saudita.
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Intanto nel Mondiale le Red Bull volano e sia il leader del ranking Verstappen che il vincitore di Jeddah Perez viaggiano già a punteggio più che doppio sul meglio piazzato dei ferraristi che è il regolare ma finora poco incisivo Sainz: venti punti (come Hamilton) contro i 44 del campione in carica e i 43 del suo compagno di squadra. Senza dimenticare Alonso che (tra un su e un già dal podio saudita) "stacca" a trenta punti. Già, a conti fatti la Scuderia è la quarta forza del Mondiale: non è un'opinione ma il responso della classifica Costruttori.
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A poco più di un mese dalla presentazione della SF-23 le prospettive rosse non sono incoraggianti. La forbice tra le prestazioni della SF-23 in qualifica ed in gara è piuttosto ampia. A renderne la portata è Leclerc perché il rendimento di Sainz (per quanto nel complesso più redditizio) tradisce una minore reattività dello spagnolo. Il problema, ormai è chiaro ed ammesso, è la performance della monoposto con gli pneumatici di mescola hard, i più utilizzati in gara. Siamo solo al secondo gran premio e lo sviluppo delle monoposto è poco più che agli inizi: di sicuro la rincorsa al titolo iridato è già compromessa ma una Ferrari quarta forza del Mondiale a fine anno non è... accettabile.
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Nel conto vanno anche gli assestamenti legati al nuovo corso ferrarista e - sostanzialmente - il dato di fatto di una monoposto creata da un'organigramma tecnico e sportivo che sta rapidamente cambiando pelle. In prospettiva, occorre anche tenere presente la situazione-piloti, naturalmente per quanto riguarda Leclerc che sta rapidamente bruciando i suoi anni migliori al volante di monoposto che - se non episodicamente - non gli consentono di dare completa espressione al proprio talento. Fa parte del gioco ma questo non significa che Charles non abbia tutte le ragioni del mondo di guardarsi intorno.
Tocca attendere il GP d'Australia e la terza diversa tipologia di circuito in altrettante gare. La controprova "Down Under" dopo la riprova saudita. Sarà l'Albert Park di Melbourne a fare da spartiacque in buona sostanza definitivo tra residue ambizioni e realtà dei fatti. Nemmeno il mese intero di pausa che (causa ennesima cancellazione di Shanghai) separerà Melbourne da Baku potrà modificare più di tanto lo status quo.