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FORMULA 1

In casa del nemico: missione Messico per Leclerc, nonostante Perez

Caccia ai premi di consolazione nel ventesimo appuntamento del calendario

di Stefano Gatti
26 Ott 2022 - 11:15
 © Getty Images

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Rientrato in calendario nel 2015 per rimanerci (timeout da emergenza sanitaria 2020 a parte), il Gran Premio del Messico è stato teatro - nella sua versione moderna - di un sostanziale pareggio tra Red Bull e Mercedes. Risalgono invece ai tempi in cui l'attuale (ed ennesimo) "tilkodromo" si chiamava Magdalena Mixhuca ma il Cavallino Rampante è chiamato a rinverdire le proprie glorie centroamericane. Con George Russell e Carlos Sainz piuttosto lontani (ma non fuori dai giochi), Charles Leclerc deve produrre il massimo sforzo e produrre la massima resa nella corsa al secondo posto tra i piloti: due soli punti lo separano da Sergio Perez che - sulla pista di casa - sarà letteralmente spinto in avanti da decine di migliaia di connazionale.

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Divisa in tre parti ben distinte e distanziate (dal 1962 al 1970, dal 1986 al 1992 e poi dal 2015 al presente) la storia della prova centroamericana del Mondiale è fin qui stata piuttosto avara di soddisfazioni con la Scuderia di Maranello. Un successo con Jacky Ickx nel 1970 (proprio alla fine del primo periodo), un altro con Alain Prost a vent'anni esatti di distanza dal primo e poi più nulla. Mercedes e Red Bull - come detto - si sono spartite le vittorie nel GP del Messico ibrido: dal 2015 ad oggi. Tre volte la Mercedes (2015 con Rosberg, 2016 e 2019 con Hamilton), tre anche la Red Bull, ma con il solo Verstappen. Nemmeno nel suo GP di casa insomma l'olandese (che nel 2017 e nel 2018 aveva fatto lo stesso con Daniel Ricciardo) ha lasciato spazio - un anno fa - all'idolo locale Perez. Per Checo nel 2021 "solo" il terzo posto alle spalle dei duellanti Verstappen (appunto) ed Hamilton, in un GP iniziato con il testacoda di Valtteri Bottas (autore della pole position) dopo pochi secondi di gara e le Ferrari al traguardo in quinta (Leclerc) ed in sesta posizione (Sainz), largamente fuori dai giochi che contano.

© Getty Images

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Tutto già fatto quest'anno, con entrambi i titoli assegnati ed al netto dei se e dei ma (solo concettuali, la sostanza non cambierà) del nodo Budget Cap. Restano i premi di consolazione: quel secondo posto nella classifica piloti che è ampiamente nelle possibilità di Leclerc, ma che non sarà comunque facile andare a prendere. Se possibile, è ancora più pressante l'urgenza di fare risultato per Sainz. Lo spagnolo non la vede più (la bandiera a scacchi) dal GP di Singapore, ormai più di un mese fa. Non solo: a Suzuka e ad Austin Carlos non è andato oltre il primo giro ed ha un disperato bisogno di rilanciare la propria classifica, che lo obbliga a non perde il contatto con Russell (218 punti per l'inglese, 202 per il ferrarista) e per allontanare la minaccia-Hamilton, con il sette volte iridato che lo bracca a quattro sole lunghezze. Missione anche questa tutt'altro che semplice, perché le Frecce d'Argento hanno mostrato un certo smalto nelle ultime uscite e proprio Lewis sembra avere in questo periodo una marcia in più (anche rispetto al proprio compagno di squadra), motivato com'è a mettere a segno la prima vittoria stagionale, per non "sporcare" uno stato di servizio eccezionale, che fin dalla sua stagione d'esordio (2007) lo vede vincitore di almeno un GP all'anno: evento che tra l'altro si è verificato solo una volta: nel 2013, ultimo anno prima dell'alba ibrida del Mondiale.

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