Tre vittorie consecutive della Ferrari nel "giovane" albo d'oro del GP turco, ma il presente è una McLaren da riagganciare... in fretta.
di Stefano Gatti
La debacle di Lando Norris nel finale del GP di Russia ha impedito alla McLaren di prendere (definitivamente?) il largo nei confronti della Ferrari ma la Scuderia non può certo contare sui passi falsi del diretto rivale per giocarsi le proprie chances nella caccia al terzo posto della classifica Costruttori. Da questo punto di vista, l'albo d'oro del GP della Turchia del weekend in arrivo "depone" a favore delle Rosse. Basterà?
Ovviamente no, non basterà! Anche perché tre successi nelle prime otto edizioni della gara ospitata dall'Intercity Istanbul Park sono... buona cosa ma un po' meno se sono ... anzianotte, essendo arrivate consecutivamente dal 2006 al 2008, tanto è vero che sono tutte farina del sacco di Felipe Massa che già da qualche anno si gode la sua pensione dorata nella natia San Paolo del Brasile. Certo, l'exploit resta e fa curriculum: sia per Felipe (che in tutte e tre le occasioni scattò dalla pole position), sia per la Scuderia stessa.
Anche perché, a ben vedere, la McLaren non ha saputo fare di meglio, con due vittorie al di là del Bosforo: nell'edizione inaugurale del 2005 "per mano" di Kimi Raikkonen, e poi nel più recente (si fa per dire) 2010 con Lewis Hamilton. Tanto per dire, un intero decennio prima che il Re Nero mettesse sotto chiave proprio ad Istanbul il suo settimo titolo, esattamente un anno fa e senza dimenticare che... a rilanciare Istanbul è stata solo ed unicamente l'emergenza sanitaria, riportandovi il Mondiale proprio nel 2020, dopo ben otto anni di assenza (dal 2012 al 2019). Ed a proposito di un anno fa (undici mesi, per la precisione), vale la pena sottolineare come il buon feeling ferrarista con queste curve non sia solo questione di tradizione ma anche di DNA specifico degli uomini in rosso.
Lo scorso 15 novembre infatti la Ferrari colse proprio in Turchia il miglior risultato di squadra di una stagione largamente da dimenticare: gradino basso del podio per Sebastian Vettel, quarto posto per Charles Leclerc, con il monegasco a mordersi le dita per il lungo a tre curve dal traguardo che gli costò due posizioni: addirittura la seconda che aveva appena strappato a Sergio Perez e subito dopo la terza appunto, regalata al proprio compagno di squadra.
Meglio però concentrarsi sul presente, sui diciassette punti e mezzo di ritardo della Rossa dalla McLaren e dalle sue velocissime (grazie, Mercedes) MCL35M affidate a Daniel Ricciardo ed a Lando Norris. La sfida si preannuncia particolarmente equilibrata, con l'obbligo - per la Ferrari - di uscirne con un buon margine di vantaggio e di punti recuperati in classifica al team papaya: indispensabili per rilanciare la volata finale ad un terzo posto tra i Costruttori dal valore tutt'altro che platonico.
In casa Ferrari la vigilia turca è ricca di buoni propositi... di confronto interno tra i due piloti della SF21. Il secondo podio stagionale di Sainz a Sochi (dopo quello di Montecarlo) ed il contemporaneo finale da incubo di Leclerc hanno permesso allo spagnolo di mettere la freccia in classifica sul compagno di squadra: 112,5 punti a 104: sesta e settima piazza dellaclassifica generale. Carlos si complimenta via social con il connazionale Marc Marquez per il successo del Cannibale della Honda nella MotoGP di Austin (dove la F.1 si trasferirà il quarto weekend di ottobre, dopo la Turchia), di sicuro sperando di imitarlo: in Texas ma... anche prima! Il monegasco deve invece correggere quanto prima la tendenza ad incappare nell'errore a fine GP, raccogliendo molto meno di quanto pianificato e costruito, giro dopo giro. Uno scomodo trend che viene... da lontano, pensando proprio al disastroso ultimo giro di Istanbul 2020.