Il quinto appuntamento del Mondiale è un passaggio-chiave per le ambizioni iridate della Ferrari
di Stefano Gatti© Getty Images
Da Manama a Jeddah il passo è breve... ma non troppo: oltre millequattrocento chilometri separano la capitale del Bahrain dalla seconda città dell'Arabia Saudita, tagliando letteralmente a metà la Penisola Arabica. Per la sua quinta tappa il Mondiale di Formula Uno abbandona insomma Sakhir e il Golfo Persico per il tracciato cittadino altamente anomalo della Corniche di Jeddah appunto, sulle sponde del Mar Rosso. Solo l'albo d'oro (cortissimo) del GP saudita si permette il lusso di ignorare l'attuale supremazia McLaren: vittoria di Lewis Hamilton con la Mercedes nell'edizione inaugurale del 2021, seguita da tre affermazioni di fila Red Bull (Max Verstappen nel 2022 e lo scorso anno, Sergio Perez nel 2023). Gli stessi tre piloti hanno firmato la pole position a Jeddah: una a testa Hamilton e Verstappen, addirittura due Perez. Altri tempi, viene da dire: per sir Lewis (quattro anni fa nel pieno della "faida" con SuperMax per il titolo), per il messicano attualmente a riposo "dorato" e per lo stesso olandese, reduce da un deludente GP del Bahrain il cui esito (e prima ancora lo svolgimento) hanno alimentato voci di una possibile separazione tra i quattro volte campione del mondo e i "Tori".
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Velocissimo e scorrevole come poi altri circuiti "cittadini", quello della Corniche di Jeddah sorride già a ruote ferme alla super McLaren di questi tempi ed è un banco di prova (di più, quasi una prova inappellabile) per le residue ambizioni iridate della Ferrari. Come i suoi piloti e il Team Principal Vasseur hanno dichiarato a favore di microfoni nel dopogara di Sakhir, gli aggiornamenti portati in gara laggiù dovrebbero mostrare a Jeddah la loro piena efficacia. All'equazione-Jeddah, la Scuderia aggiunge la variabile di una dinamica interna piuttosto... interessante e in piena evoluzione. In Bahrain Lecler ha sottilmente alluso alle necessità da parte del team di assegnarli un ruolo-guida nello sviluppo della SF-25, di fatto rivendicando un ruolo che da parte della cabina di regia rossa è problematico consegnargli tout court. Sull'altro piatto della bilancia ci sono infatti "pur sempre" sette titoli iridati, l'ultimo dei quali lontano ormai cinque anni, prima di un digiuno provocato dalla prima spallata da parte di Verstappen, nel convulso finale di un Mondiale che era iniziato proprio dalla vittoria di Hamilton quattro anni fa sulla Corniche.
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A proposito, in questo momento Ferrari, Red Bull e Mercedes (in ordine sparso da in GP all'altro), rappresentano la... cornice di un quadro dipinto a suon di pennellate di un vivace arancione, "sporcato" solo da quella geniale del "maestro" Verstappen due domeniche fa in Giappone. Neppure in casa McLaren si dormono però sonni tranquilli: la rivalità tra Piastri e Norris è più che mai sul punto di esplodere. La palla è nel campo del pilota inglese che in Arabia Saudita deve letteralmente mettere un freno alla crescita del suo compagno di squadra.