Il ventiquattrenne figlio di Michael Schumacher pronto a debuttare nel Wec con la Alpine ufficiale
di Stefano Gatti© Getty Images
"Sicuramente vedo la mia partecipazione al prossimo WEC (World Endurance Championship, ndr) come una sfida, ma anche come una possibilità di crescere come pilota e - se avrò una seconda opportunità in Formula Uno - portandovi l'esperienza che avrò maturato nelle gare di durata". Dopo una brillante carriera nelle categorie minori, due stagioni nei Gran Premi con il team Haas che non hanno lasciato traccia e una (quest'ultima) da terzo pilota Mercedes (ruolo che conserverà anche nel 2024), Mick Schumacher non vede l'ora di tornare a schierarsi al via e intravvede nel volante ufficiale Alpine l'ultima occasione di rilanciarsi agi occhi delle squadre di Formula Uno. Missione che si presenta molto difficile anche per il secondogenito del sette volte campione del mondo Michael, nonché diretto testimone dell’incidente di Meribel che - saranno dieci anni tra pochi giorni, venerdì 29 dicembre - ha cambiato per sempre l'esistenza di suo padre e quella di tutta la sua famiglia.
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"Ovviamente mi manca non aver guidato quest'anno ma ho comunque imparato molto dal mio ruolo nel team Mercedes e mi sento decisamente come se avessi fatto un passo avanti. Ovviamente sono un pilota, prima di quest'anno avevo guidato auto da corsa per quattordici anni di fila, così ho scelto la migliore opportunità che mi si è presentata per tornare a guidare in gara".
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"Come pilota ora so molto di più cosa voglio dalla mia squadra intorno a me, da me stesso e so cosa posso portare a una squadra. Ovviamente, quando sono arrivato in Formula Uno (nel 2021, ndr) è stato un po' difficile trovare la mia dimensione e capire che tipo di contributo potessi dare alla squadra. Adesso però, avendo lavorato con per un'intera stagione con Hamilton e Russell, so quanto è fissata in alto l'asticella e so fino a che punto posso arrivare, e in particolare non avrò problemi a condividere le mie informazioni in futuro. Molti piloti di solito in Formula 1 sono egoisti. D'altra parte ho anche lavorato con Kevin Magnussen nel 2022 e lui - da pilota nelle gare di durata - capiva il vantaggio di condividere le informazioni: quella filosofia ha avuto un grande impatto per me".
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