© Getty Images
È una volata-sprint di nome e di fatto quella che attende i protagonisti del Mondiale a partire dal Gran Premio degli USA del prossimo 20 ottobre e poi - verosimilmente - nei cinque successivi appuntamenti che culmineranno nel "sipario" di Abu Dhabi. Sì perché la metà dei Gran Premi che devono decidere le sorti della sfida per il titolo piloti saranno preceduti - alla loro vigilia - dalla gara breve (la Sprint Race, appunto) che avrà luogo proprio ad Austin alla ripresa delle... ostilità, poi (dopo il Messico) a San Paolo del Brasile il primo weekend di novembre e da ultimo (dopo Las Vegas) a Losail, in Qatar. Andrà invece (e molto opportunamente) in scena nel formato tradizionale il weekend conclusivo della stagione sul tracciato di Yas Marina. Senza nulla togliere alle residue chances di Charles Leclerc e Oscar Piastri, a quale dei due candidati al titolo può fare gioco una volata finale così ricca di possibili varianti sul tema? Alcune considerazioni-chiave aiutano a completare il quadro che avevamo già dipinto nelle scorse settimane, all'indomani del Gran Premio di Singapore, vincendo il quale Lando Norris è riuscito a ridurre a 52 punti il suo ritardo da Max Verstappen nella classifica generale: 331 per l'olandese. 279 per l'inglese, con Leclerc (245) rilanciato e ringalluzzito dal trionfo di Monza e Piastri... anche dalla vittoria di Baku.
© Getty Images
Completamente assorbita nella MotoGP dalla sua integrazione in ogni singolo appuntamento del calendario (ciò che ne ha annullato i possibili effetti "destabilizzanti"), la gara Sprint è di strettissima attualità in Formula Uno, specialmente nella fase calda del Mondiale. Cinquantadue punti di differenza tra Verstappen e Norris equivalgono "a prima vista" al bottino di due vittorie condite da altrettanti punti-bonus per il giro veloce ma... occorre appunto tenere conto della "variante-Sprint". Verstappen ha vinto le prime tre della stagione a Shanghai, a Miami e - più recentemente - a Spielberg ma... non è così semplice. Le prime due vittorie dell’olandese nella gara breve risalgono alla scorsa primavera, quando la Red Bull godeva ancora di un indubbio vantaggio tecnico sulla concorrenza che è poi stato eroso (e alla fine annullato) dalla McLaren e in buona parte anche da Ferrrari e Mercedes, anche se non con la stesso continuità del team papaya che è infatti avviato a vincere il Mondiale Costruttori.
© Getty Images
Apparentemente, più gare a disposizione significano più chances di rimonta per il pilota (Norris) che dispone della miglior monoposto del lotto ma il point scoring system della gara Sprint ricompensa il vincitore in misura minore rispetto al secondo classificato e l'equazione vale anche per i piazzamenti a seguire. Le possibilità per Norris di fare la differenza nella Sprint sono insomma più limitate. Nel formato Sprint, il secondo posto assegna un bottino-punti pari all'87% abbondante di quello che spetta al vincitore, nel Gran Premio invece la forbice si restringe al 72%.
Bisogna poi tenere conto delle particolari modalità operative alle quali i fine settimana di gara comprensivi della gara breve costringono le squadre, con una sola sessione di prove libere (da sessanta minuti) per preparare qualifica Sprint, gara Sprint, qualifica GP e GP stesso. Una modalità "pronti via" nella quale la McLaren si è fin qui dimostrata più pronta e reattiva della diretta concorrenza e in particolare della Red Bull che - avendo negli ultimi GP mostrato una "timida" rimonta tecnica -avrebbe invece bisogno di più tempo a disposizione per continuare a lavorare in questa direzione.
© Getty Images