Le "guerre stellari" olandesi rivelano una inattesa mancanza di serenità da parte del vincitore e sfidante per il titolo
di Stefano Gatti© Getty Images
LANDO NORRIS: VOTO 8,5
La storia di questo Mondale ha forse guadagnato in Olanda una candidatura al titolo da parte di Norris ma - ad ascoltare le sue parole a fine gara - ha forse perso la freschezza dello stesso Lando, probabilmente una freccia importante all'arco del pilota inglese che - sorrisi a favore di telecamera a parte ma in fondo nemmeno quelli - non sembrava neanche il vincitore del GP. Certo, Norris aveva l'urgenza di togliersi qualche sassolino dalla scarpa, (e lo ha fatto con dichiarazioni ad alto tasso di introspettività ancora a botta calda) relativamente ai tanti dubbi che hanno circondato i mesi trascorsi dalla vittoria di Miami (la scorsa primavera) e quella olandese. Okay Lando, abbiamo capito: ora fai tu un upgrade e regalaci da Monza in avanti un finale di stagione incandescente. Promesso?
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CHARLES LECLERC: VOTO 8
Le sue doti al volante, un ponte di comando indubbbiamente abile a spremere tutto il succo possibile... dall'arancio di Zandvoort. Sorprende solo (a pensarci bene) che i nostri debbano essere "confusi" e (moderatamente) felici al cospetto di un terzo posto che soddisfa ma non basta. Un gran avvio di GP per Charles che ci mette del suo (e si vede), con una pronta ed efficace difesa tutta autorevolezza che rintuzza le peraltro poco ficcanti velleità di Piastri. Siamo certi che - la sfida fosse approdata al corpo a corpo (più propriamente) ruota contro ruota, il ferrarista avrebbe sfoderato il raggio laser (pardon: tutto il suo enorme talento) pur di non mollare l'insperato malloppo.
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MAX VERSTAPPEN: VOTO 7
Non aveva mai mancato il colpo da maestro davanti al suo pubblico nelle ultime tre stagioni, vale a dire da quando il Mondiale è tornato a fare tappa in Olanda, anche se non soprattutto per merito suo. A Zandvoort SuperMax è sembrao un po' meno "Super" e un po' più "Max", nel senso che ha fatto buon viso a cattiva (vabbeh, meno buona) sorte. E forse proprio la consapevolezza di dover e soprattutto poter correre in difesa è la sua arma in più nella sfida per il titolo con Norris, che pende ancora tutta dalla sua parte. Ci riaggiorniamo casomai dopo Monza, senza dimenticare che l'olandese ha i numeri per tirare fuori il cappello dal cilindro in qualsiasi momento e la possibilità di mostrare quella capacità di soffrire della quale fin qui non ha quai mai avuto bisogno. Ecco Max, è il momento di mostrare tutto quello che fin qui ci hai nascosto del tuo talento.
OSCAR PIASTRI: VOTO 5,5
Non esattamente un'esibizione da premio Oscar, quella di Piastri sulle sopraelevate tra le dune di Zandvoort. La crescita dell'australiano è indubbia ma... ancora fin troppo a corrente alternata. Roba da lasciare un po' interdetti, a partire dal Team Principal Andrea Stella, per restare in team di "Stars Wars" olandesi. In Olanda non brilla mai (ci risiamo...)nei confronti del proprio compagno di squadra. Mah, forse non ha ancora recuperato il fuso orario delle vacanze australiane. Inquadra la Ferrari di Leclerc ma - nonostante gomme più fresche - non riesce ad affondare i colpi, mentre là davanti la MCL38 gemella sotterrava di secondi l'ormai ex-invincibile binomio Verstappen-Red Bull.
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GEORGE RUSSELL: VOTO 6
A ruote ferme e power unit silenziosa era il principale candidato a... sfidare Oscar Piastri per il gradino finale del podio (Lando e Max erano su un altro pianeta, a Zandvoort"). Si è dovuto accontentare di un modesto e del tutto insoddisfacente settimo posto sulla linea del traguardo. Non ha colpe, quindi prende la sufficienza... per l'impegno. L'azzardo (dello strategist "stellato" in questo caso) a volte paga ma il confine tra successo e fallimento è estremamente labile, per non dire elusivo. Quindi VOTO 4 alla MERCEDES (la Minaccia Fantasma), ma con la condizionale e da rivedere al prossimo azzardo di cui appena sopra.
SERGIO PEREZ: VOTO 5
La confortante performance delle qualifiche aveva illuso gli inguaribili ottimisti, nonché i più calorosi tifosi di Checo, ma non c'è proprio verso. Sulla distanza, gli attuali limite del messicano sono tornati a manifestarsi in tutta la loro inequivocabile evidenza. Sergio ha chiuso solo sesto. Non ha saputo approfittare delle disavventure "strategiche" di Russell ed è pure finito dietro a entrambe le Ferrari, una delle quali (Sainz, ovviamente) veniva da un pianeta molto lontano (la quinta fila). Per non dire del sorpasso incassato pronti via da Leclerc. Al netto di un pit stop lontano dalla perfezione (piove sempre sul bagnato), avrebbe dovuto esserci lui a contendere il gradino basso del podio alla McLaren diversamente papaya di Piastri.
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PIERRE GASLY: VOTO 6,5
Il francese di Milano è ormai il "reuccio" incontrastato (e si vede) di casa Alpine, dove il separato in casa Esteban Ocon recita a malapena il ruolo del tappabuchi. Pierre mette però in pista a Zandvoort un fine settimana di buon livello. Chissà, magari il nostro respira già l'aria di Monza, dove quattro anni fa ha colto con Alpha Tauri la prima e fin qui unica affermazione in un gran premio del Mondiale.
CARLOS SAINZ: VOTO 6,5
Un giorno di grazie su tre è un po' poco per accedere ai piani alti delle pagelle ma Carlos non si lascia scappare neanche una mezza occasione di mostrare alla Ferrari che hanno fatto male a metterlo alla porta. Mostra buone doti di combattente e (senza mettere in dubbio la professionalità completa di questi ragazzi), in condizioni simili non è sempre facile, tantomeno scontato.
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LEWIS HAMILTON: VOTO 5
Non puoi permetterti di vagare nel gruppone, strappando d'esperienza un ottavo posto finale, se ti chiami Lewis Hamilton (sir Lewis Hamilton) ehai vinto due dei tre ultimi Gran Premi disputati. Un fine settimana sottotono che è un doppio passo indietro rispetto appunto alle ultime esibizioni. Certo, il sette volte iridato paga anche (come il compagno di squadra Russell) il doppio pit stop imposto dalla cabina di regia Mercedes. Inutile sottolineare come - fino a solo qualche settimana fa - Lewis avrebbe puntato i piedi (e anche tutto il resto) via radio, ma ormai il capitolo Mercedes è irrimediabilmente storia,c'è solo da condurlo in porto.