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LE PAGELLE DI SHANGHAI

Piastri, scusate il ritardo. Ferrari dalle stelle alle stalle in ventiquattro ore

Attesissimo una settimana fa in patria, il vincitore ha fatto centro in Cina

di Stefano Gatti
24 Mar 2025 - 10:22
 © Getty Images

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OSCAR PIASTRI: VOTO 10

Era determinatissimo (e altrettanto atteso) a fare i fuochi d'artificio nella sua Melbourne ma la miccia era lunga e i petardi sono esplosi a Shanghai! Per non farsi mancare nulla, nelle prime battute a caldo il vincitore del Gran Premio della Cina delizia la folla locale, arrivando a rivendicare lontane origini cinesi. Come dire che di pensieri "seri" Piastri non ne ha avuti per l'intero fine settimana di Shanghai. Prima pole position vera al sabato, terza vittoria in carriera alla domenica. Senza mai concedere alla concorrenza (tantomeno al suo compagno di squadra) il beneficio del dubbio sulla sua superiorità nel primo weekend di primavera. Tantomeno su quella della McLaren-Mercedes: VOTO 9 al team guidato da Andrea Stella.

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FERRARI: 4

Tutti dietro alla lavagna dalle parti di Maranello. La doppia squalifica di Shanghai ha completamente oscurato la prima e storica vittoria rossa di LEWIS HAMILTON nella Sprint della vigilia: VOTO 7 a sir Lewis: limitatamente al successo nel formato breve, s'intende. VOTO 5,5 a CHARLES LECLERC (stiamo sempre parlando del giudizio sulla prova in pista del monegasco) che - su un tracciato che raramente gli è andato a genio - ha provato a fare il suo dovere ma non si è mai davvero acceso: corrente alternata da venerdì a domenica. Certo, sul giudizio complessivo pesa il weekend tutto in discesa (o meglio a precipizio) di un team in serio e già comprovato affanno nel processo di comprensione di una monoposto che - dopo due GP - resta un oggetto misterioso e indecifrabile per i suoi stessi artefici, prima ancora che per i piloti chiamati a portarla al limite. La doppia squalifica finale è un'onta da cancellare al più presto, non ci sono scuse. Alta pressione in Giappone, e non stiamo parlando delle previsioni meteo!

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GEORGE RUSSELL: VOTO 8,5

Porta a casa il secondo podio in altrettante gare (terzo sia a Melbourne che a Shanghai) dimostrando di trovarsi perfettamente a proprio agio nel ruolo di faro della corazzata Mercedes. Poco altro da aggiungere. Ecco, appunto, George non buca lo schermo. VOTO 6,5 al suo compagno di squadra ANDREA KIMI ANTONELLI. Dopo la scintilla australiana il nostro rientra un po' nei ranghi ma è anche stavolta comodamente nella zona punti del Mondiale e non certo nella sua parte bassa, courtesy of... Ferrari.

LANDO NORRIS: VOTO 7

Massimo risultato possibile con il... massimo sforzo per il pilota inglese che mantiene la leadership nel Mondiale ma deve inchinarsi ad un compagno di squadra sempre più scomodo. Lando si piega - apparentemente senza battere ciglio sotto la visiera - alle cosiddette papaya rules ma spera inconfessabilmente fino alla fine in un colpo di scena. Bravo ad infilare Russell al via (una fase di gara che non gli riesce sempre alla perfezione) e poi a mettere di nuovo il muso della sua McLaren davanti a quello della Mercedes del suo connazionale dopo il pit stop. See you in Japan. Lui spera dal lato giusto delle regole d'ingaggio arancioni.

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ESTEBAN OCON: VOTO 8

Invisibile ai più (soprattutto al regista tv), il lungo francese mette in pista una delle esibizioni più solide della sua carriera, chiude settimo dietro alle Ferrari e poi avanza fino al margine basso della top five grazie al doppio colpo di spugna che cancella le due Rosse dall'ordine d'arrivo. È sua, di Esteban, la miglior Ferrari al traguardo: anche se solo dal roll bar in giù, relativamente alla power unit. VOTO 7 al suo compagno di squadra OLIVER BEARMAN che eredita l'ottava posizione al capolinea (anzi, un po' oltre) di una prova animata da un paio di sorpassi volitivi nel rampino che riporta in zona box. A Shanghai abbiamo imparato che Ollie - via radio - festeggia ogni manovra riuscita bene con un "Ciao!" certamente retaggio linguistico della sua appartenenza alla Ferrari Driver Academy. VOTO 7 anche al team USA che - dopo il pessimo avvio australiano - mette in cascina fior di punti iridati, facilmente suscettibili di fare la differenza sui diretti rivali a fine stagione.  

MAX VERSTAPPEN: VOTO 7

Gara a due facce per il quattro volte campione del mondo che fatica a trovare la linea più breve nelle prime curve, si nasconde un po' nella parte bassa della zona nobile della classifica ma poi mette... il turbo e si lascia dietro le Ferrari nel finale. Con il senno di poi, avrebbe potuto risparmiarsi la fatica dell'inseguimento taurino alla muleta rossa. Max è sempre Max, una spia nel fianco di chiunque, soprattutto di chi vuole mettere il naso nei confini del suo regno. Per non parlare dei suoi compagni di squadra.

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LIAM LAWSON: VOTO 4

Rischia lo "swap positions" (anzi "cars") con Yuki Tsunoda che tra due settimane nel suo Giappone potrebbe esordire sulla seconda Red Bull, lasciando al neozelandese la sua V-Carb Racing Bulls. Tutto da vedere chi faccia eventualmente l'affare migliore. Per Lawson in ogni caso una bocciatura certa. A Shanghai ha fatto peggio ancora che a Melbourne: non era facile.

LANCE STROLL: VOTO 7

Nel 2024 solo Sergio Perez (forse) è stato mediaticamente più "massacrato" del canadese. Tra l'Australia e la Cina però Lance si è fatto valere (quantomeno nel garage Aston Martin) ben più di Fernando Alonso: dieci a zero, nel senso dei punti portati al suo team (suo nel vero senso del termine) e palla al centro, anzi a Suzuka.

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WILLIAMS: VOTO 6,5

Le disavventure ferrariste consentono ai due piloti del team fondato da sir Frank di fare rotta sul Giappone con un settimo e un decimo posto da opportuna limitazione danni nei confronti della diretta concorrenza (vedi Haas di cui sopra). VOTO 7,5 ad ALEXANDER ALBON: ventinove anni proprio la domenica del GP della Cina e due volte a punti in altrettante gare di questo avvio overseas di Mondiale. VOTO 5 invece a CARLOS SAINZ che stenta a mettersi al passo del compagno di squadra. L'ex ferrarista doveva diventare il punto di riferimento a Grove e dintorni, per ora invece insegue il rendimento di un compagno di squadra indubbiamente veloce ma non esattamente un fenomeno: diversamente lo avrebbe dimostrato da tempo (senza offesa, Alex).

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