E se lo spagnolo tornasse un giorno a Maranello? I precedenti "illustri" non mancano
di Stefano Gatti© Getty Images
"Carlos, we have a problem". A Grove iniziano a preoccuparsi: Sainz ha già assaggiato la Williams (martedì 10 dicembre a Yas Marina) ma il rosso ormai fuori tempo massimo fatica a sbiadire nei suoi pensieri anche nelle ultime ore dell'anno vecchio. Un lungo addio alla Ferrari, quello del pilota spagnolo: iniziato alla conclusione del Gran Premio di Abu Dhabi di domenica 8 dicembre scorso e terminato con una serie di cortesie rigorosamente via social tra lo stesso Carlos, la Scuderia di Maranello, i tifosi della Rossa e l'ormai ex-compagno di squadra Charles Leclerc.
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Via social ma in realtà non solo, visto che due settimane fa - martedì 17 dicembre - la Ferrari ha fatto a Sainz un bellissimo regalo di Natale anticipato, offrendo a lui e a suo papà Carlos Sr. la possibilità di girare sulla Pista di Fiorano al volante della F1-75 del 2022, la Rossa con la quale Carlos Jr. colse (due anni fa appunto, ormai quasi... tre) al Gran Premio d’Inghilterra a Silverstone la prima delle sue quattro vittorie in rosso in altrettante stagioni (2021-2024).
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Il punto è che, con il passaggio alla Willliams nel ruolo (presumibilmente) di prima punta del team che schiera anche Alexander Albon, l'unico Sainz vincente in famiglia torna ad essere il sessantaduenne "senior", due volte campione del mondo rally nei primi anni novanta con Toyota, quattro volte vincitore della "Dakar" e pronto ad andare a caccia della "manita" con la Ford nella maratona saudita al via venerdì 3 gennaio. "Merito" di uno degli autogol più clamorosi del mercato piloti degli ultimi venti anni e forse più che - a fronte di una chance Red Bull che avrebbe meritato ben altre attenzioni - precipita Sainz Jr. dall'abitacolo di una delle monoposto più competitive dell'anno (e soprattutto della parte finale della stagione) a quello di un team da fondo griglia o quasi.
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Tra i precedenti più clamorosi nel genere "horror", qualcosa di simile (anzi, pure peggio) era accaduto quasi trent'anni fa, all'epoca del passaggio di Damon Hill, campione del mondo 1996 con la Williams stessa (stessa per modo di dire...) alla mediocre Arrows, al cui volante il pilota inglese non sarebbe andato oltre un lampo al GP d'Ungheria, mentre il suo ex compagno di squadra Jacques Villeneuve si laureava a sua volta campione del mondo con la Williams.
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Eppure, non tutto è perduto. Fateci caso: il primo giorno dello scorso mese di settembre (la domenica del Gran Premio d'Italia vinto dalla Ferrari, ma con Leclerc), Sainz ha festeggiato il suo trentesimo compleanno, mentre tra poco più di una settimana (martedì 7 gennaio) sir Lewis Hamilton che ne prende il posto sulla Rossa entra ufficialmente negli "anta". Dieci anni di differenza! C'è tempo, c'è spazio e soprattutto c'è speranza da parte di Carlos per puntare in futuro ad un clamoroso ritorno a Maranello.
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Clamoroso fino ad un certo punto. Vi lasciamo infatti con due precedenti storici: quelli di Gerhard Berger e di Kimi Raikkonen. Il pilota austriaco si rese protagonista di due diversi "stint" maranelliani di uguale durata (dal 1987 al 1989 e poi dal 1993 al 1995) separati dalla durissima esperienza in McLaren a fianco di Ayrton Senna, vincendo quattro GP nel primo triennio in rosso ma solo uno nel secondo (in Germania). Raikkonen da parte sua fece ancora meglio, laureandosi campione del mondo (con ben sei vittorie) nella sua stagione del debutto con il Cavallino Rampante (2007), pur tra le luci e le ombre di una stagione avvelenata dalla "spy story" Ferrari-McLaren. Passato alla Lotus nel 2012 (lasciando il suo posto a Fernando Alonso), Kimi sarebbe tornato sui suoi passi per un secondo tempo rosso da cinque-stagioni-cinque: dal 2014 al 2018. Prima a fianco dello stesso Alonso, poi di Sebastian Vettel, riuscendo però solo una volta (come Berger insomma) a tagliare per primo il traguardo: sei anni fa (ormai quasi sette) nel Gran Premio degli USA al COTA di Austin, terzultimo atto del suo bis ferrarista. Senza dimenticare che batteva (e rombava) un cuore Ferrari sotto il cofano motore della Sauber Alfa Romeo con la quale RKK ha poi chiuso la sua carriera di pilota da Gran Premio tra il 2019 e il 2021!
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