Ferrari, Red Bull e Mercedes protagoniste assolute a Sahir anche con le loro... seconde forze
di Stefano Gatti© Getty Images
Scintille in pista (forse presto anche fuori) per Sainz, un "tranquillo" weekend da separato in casa per Hamilton, una promozione "a tempo" per Perez. Per Checo, Carlos e sir Lewis il weekend che ha dato il via al Mondiale potrebbe già essere stato manifesto di un'intera stagione, della sua evoluzione oppure più facilmente involuzione. Aspettando un 2025 che per tutti e tre sarà comunque una svolta.
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Sull'asfalto di Sakhir il ferrarista spagnolo ha subito aggiunto una manciata di sale (tendente al pepe) alla ricetta ferrarista. Certo, a dare una inaspettata mano a Carlos sono stati i guai ai freni del compagno di squadra. Al di là delle circostanze, facile immaginare un trend via via più divergente tra le ambizioni del pilota e i piani della Scuderia che inevitabilmente metterà sempre più alla periferia del progetto Carlos, al contrario deciso a mettersi in evidenza per rendersi appetibile alle squadre che potrebbero fare un pensierino ai suoi servigi. Audi naturalmente, ma non solo. Carlos sembra fuori dal campo degli interessi Mercedes, apparentemente più propensa a mettere la sconfinata esperienza di Alonso a fianco del lungo cammino di crescita di Russell verso la leadership. E se fosse Red Bull la prossima destinazione di Carlos? In fondo il madrileno è cresciuto da quelle parti e ha guidato per due stagioni e mezzo (quasi tre) la Toro Rosso, prima di approdare in Ferrari via Renault e McLaren.
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Certo, prima di accettare la sfida-Verstappen significa tuffarsi in una specie di buco nero ma tutto si può dire di Carlos tranne che gli manchi il fegato per provarci. Ne ha anzi da vendere: per scelta di vita innanzitutto e poi perché - di fatto messo da parte della Ferrari - ha bisogno di rilanciare la propria autostima. Già che stiamo procedendo per ipotesi, spingiamoci oltre. E se la bomba Hornergate oppure Hornerleaks facesse gravi (anzi ulteriori) danni all'interno di RB e portasse il tre volte campione del mondo a decisioni clamorose? Non potrebbe essere proprio Sainz a fare da voltapagina in una Red Bull rifondata?
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Senza allontanarci troppo da Milton Keynes, Perez in Bahrain ha iniziato il Mondiale come un anno fa: secondo alle spalle di Verstappen e proprio davanti a Sainz che ha fatto compagnia ai due "Tori" sul podio. Una buona prova, quella del messicano, che ha guadagnato tre posizioni tra griglia di partenza e ordine d'arrivo. Il bicchiere però è mezzo vuoto, senza ombra di dubbio: la RB20 vale primo e secondo posto fissi, almeno su un circuito come quello di Sakhir. In un certo senso però Checo è una certezza tanto quanto Verstappen e Newey, nelle attuali acque tempestose tendenti al rinforzo dei marosi nella Red Bull attuale. Viene da dire, senza staccarsi dal senso condiviso di questo primo assaggio di stagione, che finché porta a casa la sua RB20 e lo fa svolgendo a dovere il suo compitino, Perez continua a far parte di un meccanismo ben oliato. Quindi, perché cambiare? Beh, per far posto a Sainz!
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Ne resta solo uno, di highlander: sir Lewis, of course. Sarà stato un caso (in fondo ha brillato a tratti in prova), ma il primo GP della stagione ha subito visto il sette volte iridato muoversi su un palcoscenico secondario, largamente in ombra rispetto al suo compagno di squadra, già investito del ruolo di capitano. Il sedile rotto, un sabato storto oppure qualcosa di più? Anche i matrimoni più duraturi e felici - quando si rompono - possono finire male, anzi malissimo e - peggio ancora - declinare tra malinconia, incomprensioni e veleni che non temono antidoto, trascinandosi stancamente verso le carte bollate. Diamo tempo al tempo, soprattutto quando ha per unità di misura i millesimi di secondo. Come sir Lewis ha stampato sul suo casco: "Still We Rise", mi rialzo sempre: alla Mercedes importa ancora, alla Ferrari molto di più!
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