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IL COMMENTO

Scuola di campioni Red Bull: un fallimento di grande successo

La staffetta tra Tsunoda e Lawson a fianco di Verstappen fa discutere e chiede risultati a stretto giro di... pista

di Stefano Gatti
27 Mar 2025 - 13:10
 © Getty Images

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Red Bull, la storia si ripete. Nel 2016 Dr. Helmut Marko e il Team Principal Christian Horner sollevarono di peso Daniil Kvyat dalla sua Red Bull per fare posto a Max Verstappen, catapultando il russo (solo un mese prima sul terzo gradino del podio in Cina!) nell'abitacolo della Toro Rosso lasciata libera dall'olandese che di lì a due giorni avrebbe vinto al suo debutto in RB il Gran Premio di Spagna. Nove anni più tardi l'operazione si ripete con Yuki Tsunoda e Liam Lawson: non dopo il quarto GP del Mondiale ma addirittura dopo il secondo! Non cambia molto altro, a parte i nomi dei protagonisti del valzer degli abitacoli e VISA Cash App eccetera eccetera al posto di Toro Rosso come team b della franchigia Red Bull.

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Corse e ricorse, viene da dire. Di certo (se volete con il senno di poi) la portata dell'operazione è ben diversa. Nove anni fa Verstappen al momento di poggiare le terga sul sedile della Red Bull aveva esordito in Formula Uno da poco più di un anno, Tsunoda ha alle sue spalle ben quattro stagioni complete con Alpha Tauri e Racing Bulls. Non è in ogni caso lui l'erede di Verstappen nel team di Milton Keynes, casomai il quattro volte iridato decidesse di cambiare aria o magari di dire basta. Russell, Norris o magari Leclerc i futuri candidati, addentrandoci (magari neanche tanto) nel campo del fantamercato a lunga gittata.

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Resta intanto parcheggiato sulla panchina Alpine Franco Colapinto, il rookie argentino che alcuni osservatori avevano "visto" come possibile sostituto di Tsunoda sulla Racing Bulls, operazione che avrebbe completamente appiedato Lawson. Così facendo però Red Bull avrebbe bocciato e abbandonato al suo destino il neozelandese, di fatto smentendo la bontà (il senso) delle proprie scelte recenti e la qualità del suo stesso vivaio: davvero troppo, anche per un sistema spregiudicato come quello dell'organizzazione RB.

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Occorre intanto sottolineare il fallimento recente del vivaio Red Bull. La scoperta di talenti veri come Sebastian Vettel e Max Verstappen (otto titoli in due... and counting) è certificata, ai danni - ma questa è la Formula Uno - di una schiera di piloti (giovani promesse e non solo: Webber, Perez e Ricciardo, quest'ultimo prodotto RB) "bruciati" dalla spregiudicatezza di Marko e Horner. Il lancio di SuperMax è però lontano quasi un intero decennio: da allora RB ha saggiato e bocciato gente come Gasly, Albon e - "storia" di oggi - lo stesso Lawson. La Storia (quella con la esse maiuscola) dà ragione al sistema, l'attualità no, o meglio cesserà di farlo quando Verstappen abbandonerà la barca al suo destino, mettendo fine ad un ciclo: il suo e quello della Red Bull. Come appunto è sempre accaduto in Formula Uno.

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