Primo match point per il campione in carica nella seconda edizione del Gran Premio del Qatar della massima formula
di Stefano Gatti© Getty Images
È un autunno caldo, anzi caldissimo quello che attende il circuito di Losail: due Gran Premi iridati nel giro di sei settimane, entrambi potenzialmente decisivi per l'assegnazione dei titoli iridati della Formula Uno e della MotoGP. Pista tutta in discesa per Max Verstappen che verosimilmente domani sera nel GP (ma molto probabilmente oggi al termine della Sprint, e sarebbe una prima assoluta) conquisterà il suo terzo titolo iridato: consecutivo, si capisce.
Per archiviare la pratica-titolo ter, all'olandese basterà conquistare tre punti in più del compagno di squadra Perez e quindi anche già dalla Sprint Race. Una formalità, insomma: niente più di questo. A quel punto Max abbandonerà nell'albo d'oro della Formula Uno la pur prestigiosa compagnia di Alberto Ascari, Jim Clark, Graham Hill, Emerson Fittipaldi, Mika Hakkinen e del suo contemporaneo Fernando Alonso, raggiungendo un quintetto altrettanto stellare, anzi di più: quello formato da Jack Brabham, Jackie Stewart, Niki Lauda, Nelson Piquet e Ayrton Senna. E con Magic, abbiamo detto tutto!
Nel 2021 a imporsi a Losail fu Lewis Hamilton, che era scattato dalla pole position con la Mercedes ed era nel pieno di una formidabile rimonta per l'ottavo, storico titolo, interrotta sul più bello e mortificata dal controverso finale del decisivo GP di Abu Dhabi che avrebbe consegnato a Verstappen il primo titolo della sua collezione. Con il senno di poi, se vogliamo metterla così, le due stagioni successive avrebbero confermato la svolta epocale: dal regno di sir Lewis a quello orange. Tornando però al Qatar, due anni fa SuperMax aveva completato la prima fila e aveva poi chiuso il GP (by night) in seconda posizione anche se staccatissimo dal leader, siglando anche il giro più veloce.
Terzo gradino del podio in quella occasione per un volitivo Fernando Alonso che - al volante della Alpine-Renault - fece così ritorno tra i primi tre a sette anni abbondanti di distanza dall'ultima volta: GP d'Ungheria del 2014. Certo, senza dimenticare il biennio sabbatico dell'asturiano del 2019 e 2020. A bocca asciutta e ai piedi del podio (purtroppo per lui... nulla di nuovo e beneaugurante) rimase Sergio Perez con la Red Bull, mentre la Ferrari non andò oltre un sostanziale anonimato sia in qualifica che in gara: Carlos Sainz chiuse settimo davanti al compagno di squadra Charles Leclerc. Staccatissimi dal vincitore Hamilton e ultimi piloti nello stesso giro del vincitore ma... ad un soffio dal doppiaggio.