In un'intervista al quotidiano francese L'Équipe il condottiero ferrarista riassume il complesso avvio della Scuderia di Maranello
di Stefano Gatti© Getty Images
"Nel mio mestiere è importante valutare al meglio gli aspetti positivi e quelli negativi, in modo da poter progredire. Ce ne sono ad ogni Gran Premio ma quello della Cina è stato un fine settimana da estremi. Sfortunatamente a restare nella memoria sono gli episodi più recenti nel tempo. Siamo rientrati un po' frustrati perché eravamo convinti di avere fatti un passo avanti rispetto all'Australia. Alla fine i punti sono stati meno del previsto, ma siamo convinti di essere sulla strada giusta".
In una lunga conversazione con "L'Equipe", il Team Principal della Ferrari Frederic Vasseur è prima di tutto tornato sul pessimo finale di weekend della Scuderia di Maranello a Shanghai dopo la storica vittoria-Sprint di Lewis Hamilton, per poi ampliare la sua analisi ai temi generali di una stagione iniziata in salita per le Rosse, con la McLaren già in fuga, soffermandosi in particolare sui suoi due piloti.
"La vittoria di Lewis nella gara Sprint è stata importante ma non dipendeva certo da essa la bontà del nostro progetto, che è ovviamente di portata ben più ampia. Certo, vincere con sette secondi di vantaggio è stata una grande dimostrazione di superiorità in quella occasione. Quanto all'arrivo di Lewis, non c'è nulla di clamoroso nel clamore che ha suscitato, perché questa è la Ferrari. Qui nulla è normale, a partire dalla passione che la circonda. Tantomeno nulla di... artificiale. Noi non abbiamo forzato la mano, non siamo andati a caccia di facili entusiasmi. Non abbiamo nemmeno fatto una presentazione vera e propria della macchina. Semmai sono stati i media a dare grande risalto alla nuova avventura di Lewis. Quanto a Leclerc, beh Charles al momento è un po' meno sotto i riflettori ma è un ragazzo intelligente. Ha compreso la situazione e la sta sfruttando a suo favore, prendendosi più tempo per se stesso, per approfondire il rapporto con il suo lato del garage ed è quindi concentrato al cento per cento sugli aspetti strettamente sportivi del suo lavoro.
"Per quanto riguarda le squalifiche di Shanghai, posso dire che... fanno parte del gioco. Ce ne sono sempre state e ce ne saranno ancora. Questa è la Formula Uno, per provare a vincere bisogna stare sempre al limite su tutto, in bilico su ciò che è lecito e ciò che non lo è. Siamo sempre al limite, la pressione è sempre al massimo. Più la bagarre si fa intensa, più i si deve avvicinare al limite e si devono prendere rischi".