Sfide senza quartiere nel terzultimo atto del Mondiale ma il nuovo... vecchio campione ne è rimasto saggiamente alla larga
di Stefano Gatti© Getty Images
MAX VERSTAPPEN: VOTO 10
Dieci... per quattro: massimo risultato con sforzo tutt'altro che minimo per SuperMax che pareggia Prost e Vettel nell'albo d'oro del Mondiale grzie ad una performance modesta per il suo standard abituale (non per quelli della Red Bull 2024) ma assolutamente efficace: un "calcoloso" quinto posto finale... da "Professore" (appunto), necessario e sufficiente per mettere sotto chiave il quarto titolo consecutivo, come Vettel avava già fatto con RB nei primi anni Dieci di questo secolo. Max comunque non ha certo corso di rimessa: si è guardato un po' in giro ad inizio GP, ha capito dove poteva arrivare e quando ha visto - o meglio non lo ha visto, nemmeno negli specchietti - dov'era Norris si è regolato di conseguenza, rinunciando nel finale a difendere il terzo gradino del podio dal pericoloso ritorno-trappola (dal suo punto di vista) delle Ferrari. Il Verstappen che non ti aspetti per un titolo al quale verso agosto o giù di lì era rimasto lui il solo a credere.
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GEORGE RUSSELL: VOTO 10
Non è ancora riuscito a convincere tutti fino in fondo, ma George a Las Vegas è stato impeccabile, come solo qualche volta appunto gli accade. Non si è scomposto davanti alla partenza a razzo del compagno di squadra nella giornata di venerdì, ha messo la "freccia" (la sua, la numero 63) davanti a sir Lewis e al resto del gruppo nell'ultimo turno di prove libere e - più importante ancora - nella caccia alla pole position. Poi uno scatto da manuale al semaforo, l'ottima difesa sull'arrembante Leclerc e una gestione senza falle (nel senso letterale del termine!) del famigerato graining, che gli ha consentito di tenere a bada la rimonta di Hamilton nel finale.
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CHARLES LECLERC: VOTO 6,5
Incredibile come il monegasco continui a soffrire oltre il lecito e l'immaginabile un compagno di squadra da mesi in uscita dalla Ferrari. Charles "toppa" la qualifica finendo dietro a Carlos, sembra rimettere le cose a posto grazie ad una partenza con la fionda (due posizioni guadagnate in poche decine di metri su Gasly e sullo stesso Sainz), poi entra in un "loop" negativo, dovuto in parte alla gestione-gomme (che lo aveva già mandato in crisi in qualifica), in parte alla... spregiudicatezza del compagno di squadra che - innegabilmente - nella sua militanza ferrarista ha spesso sopperito con la personalità ad un leggero deficit di talento nei confronti di Leclerc. Stuzzicare Charles a Carlos mancherà molto nel 2025...
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CARLOS SAINZ: VOTO 7
Cosa avrebbe potuto fare Sainz con un aiutino in più dalla Natura non lo sapremo mai. Il madrileno "stacca" una bella prima fila in qualifica, non è esattamente perfetto al via, poi bisticcia un po' con il ponte di comando Ferrari a proposito del timing del primo pit stop. Memorabile (anche se a molti non sarà piaciuto) il suo "svegliatevi!" urlato via radio nell'occasione. Carlos è una volta di più (una delle ultime!) abilissimo a "giocare" negli spazi stretti della diplomazia interna. Se non troverà di nuovo posto in un top team dopo il purgatorio Williams che lo attende a breve, immaginiamo senz'altro per lui un posto a medio termine nella stanza dei bottoni FIA. Anche da futuro presidente, chissà! "Se puede", direbbe il suo connazionale Jorge Martin!
FERRARI: VOTO 5
D'accordo il parziale punti positivo nei confronti della McLaren ma la gestione-piloti a Las Vegas (e quella della prima sosta di Sainz in particolare) ha fatto acqua in più punti. Non è il caso di ingigantire il caso: malumori personali o poco più, addirittura punti di vista largamente ininfluenti: a posizioni invertite il bottino punti in chiave corsa al titolo Costruttori non sarebbe cambiato. Ci viene però un dubbio: non è il caso di tutelare di più il pilota che resta, soprattutto se si tratta di quello caratterialmente più vulnerabile? Certo, l'ultima parola sarebbe poi comunque rimasta in capo a Carlos.
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PIERRE GASLY: VOTO 7
Sperava di ripetere i fasti paulisti ma ad una straordinaria qualifica (che giustamente premiamo) non è seguita una performance di pari livello in gara. Pierre ha fatto a malapena in tempo a scaldarsi. Non è stata tutta colpa sua. VOTO 4 ad ALPINE che al suo pilota che denunciava una perdita di potenza ha seraficamente risposto: "Tutto sotto controllo". Dieci secondi dopo la A524 di Pierre fumava vistosamente. Nessun dubbio: è colpa di Briatore, visto che a quanto pare è del top manager piemontese il merito dei recenti exploit positivi del Team Bleu (pink, a Las Vegas).
LEWIS HAMILTON: VOTO 6
Una ghiotta occasione persa da parte di sir Lewis di mettere a segno l'ultima vittoria ("one last dance") con la Mercedes al termine di un'epopea che lo ha visto prendere il posto di Michael Schumacher nel team stellato undici anni fa e vincere sei titoli, arrendendosi solo davanti all'esplosione del talento di Verstappen. Una qualifica orribile lo ha condannato al via da metà griglia. Bravo poi a crederci con una bella rimonta (grazie anche ai "pasticcetti" del suo prossimo team) e il forcing finale su Russell al capolinea di un weekend criptico nel quale - ipse dixit - "ho guidato la miglior Mercedes dell'anno ma non so perché".
LANDO NORRIS: VOTO 5
Si era arreso a Verstappen in buona sostanza già all'uscita dall'aeroporto di Las Vegas, ancora prima di mettere via il passaporto. Un fine settimana inconsistente per Lando che in gara - come già in prova - fondamentalmente non ci ha nemmeno provato. Il punto-bonus agguantato grazie al pit stop dell'ultimo giro (per fortuna 'sta pantomima ha i GP contati) non alza nemmeno un po' il giudizio. VOTO 4 al suo compagno di squadra OSCAR PIASTRI che è pure riuscito a finirgli dietro nell'ordine d'arrivo (per non infierire o forse non lasciare nulla di intentato), colpito da penalità per... scarsa mira nel posizionarsi sulla sua casella della griglia.
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FRANCO COLAPINTO: VOTO 4
"Faccia da schiaffi" prende una discreta sberla contro il muro, sacrificando in piena qualifica l'ennesimo telaio Williams. Per la prima volta dal debutto di Monza ad inizio settembre non dà (sportivamente) segni di vita in gara. Ci può stare: è tutta esperienza, se lasci l'abitacolo sulle tue gambe. L'importante - da parte di chi osserva e ha facoltà di commentare a caldo - è non bollarlo di "inettitudine" da un momento all'altro dopo averlo incensato da tre mesi a questa parte, come accaduto nel venerdì notte USA, a causa di un errore che abbiamo visto commettere a colleghi ben più esperti di Franco. Per sua "fortuna" il compagno di squadra ALEXANDER ALBON (VOTO 4) non batte colpo (buon per lui e per i meccanici Williams), lasciando Las Vegas del tutto inosservato e alla chetichella, manco fosse Norris.
SERGIO PEREZ: VOTO 5,5
Ancora una volta assente ingiustificato dalle prime file dello schieramento e dal vivo delle sfide che contano in gara. Raccatta il punticino del decimo posto e se evita il solito quattro in pagelle è solo e unicamente per via del bel sorpasso (doppio) a Lawson e Magnussen: nell'ordine il pilota che minaccia di prendere il suo posto sulla Red Bull e un "mastino" delle piste, anche se alla soglia della pensione.