Dubbi e perplessità da parte del campione del campione in carica (e non solo lui) sul formato "due in uno" della quinta tappa del Mondiale
di Stefano Gatti© Getty Images
"Non mi sembra una grande idea tornare a correre a Shanghai dopo cinque anni con una gara Sprint! Quando torni su una pista che non vedi da tempo non sai mai cosa ti aspetta: sarebbe stato meglio ripartire con un weekend di gara nel formato tradizionale... D'altra parte, probabilmente ciò rende le cose un po' più intriganti ed è forse quello il vero obiettivo di questa scelta. Dal punto di vista della guida e delle prestazioni, penso che non sia la cosa più intelligente da fare. Stiamo un po' a vedere". Sempre più calato (magari controvoglia) nel ruolo di uomo-faro, Max Verstappen si fa portavoce del malumore che accompagna da parte dei piloti (e probabilmente non solo loro) l'avvicinamento al fine settimana che segna - con un GP nel formato Sprint e relative incognite - il ritorno del Mondiale in Cina dopo un intero lustro di cancellazioni da emergenza sanitaria e successive restrizioni.
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Le perplessità di Verstappen sono legate ad una "scaletta" che prevede un solo turno di prove libere (all'alba italiana di venerdì) prima di andare direttamente in qualifica per la Sprint Race del sabato. Tre sole ore per mettere insieme i dati delle libere stesse e poi lanciarsi alla caccia della pole position per la gara breve che prenderà il via alla cinque del mattino italiano di sabato 20 aprile, seguita alle nove dello stesso giorno dalle prove ufficiali del GP full distance, al via domenica 21 alle nove del mattino. Una specie di giostra impazzita che non ammette passi falsi. Ad innalzare il livello delle difficoltà un manto d'asfalto nuovo e quindi "green" che annullerà il (poco) vantaggio del quale avrebbero potuto godere i quattordici piloti attualmente impegnati nel Mondiale che erano presenti al via nell'ultimo GP della Cina, quello del 2019. Sarà la prima volta a Shanghai per i restanti sei: Oscar Piastri, Yuki Tsunoda, Esteban Ocon, Logan Sargeant, il beniamino di casa Guanyu Zhou e... Fernando Alonso che cinque anni fa era alle prese con il primo dei suoi due anni sabbatici dalla Formula Uno ma in Cina ha vinto due volte, nel 2005 con la Renault e nel 2013 con la Ferrari.
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A proposito della Scuderia di Maranello, nella... "lunga marcia" di avvicinamento cinese, anche Carlos Sainz ha detto la sua sulla questione-Sprint:
"Mi è sempre piaciuto guidare a Shanghai, quindi speriamo di poter partire con il piede giusto nel miglior modo possibile e di non aver bisogno di troppe modifiche alla macchina. Quello di Shanghai è un circuito fantastico, penso che sia uno dei preferiti da tutti noi. Offre buone possibilità di sorpasso, quindi ha senso che vi si corra anche nel formato sprint. Allo stesso tempo - ed è quello che abbiamo detto nel briefing dei piloti alla FIA e alla Formula 1 - andare in qualifica con le attuali wing cars dopo una sola ora di prove libere penso che non sia una buona scelta dopo quattro o cinque anni di assenza: per via del regolamento tecnico e del nuovo manto stradale. Sarà più interessante per gli spettatori ma per quanto mi riguarda sarebbe stato meglio non correre rischi addizionali e ripartire in Cina da un weekend nel suo formato tradizionale.
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Sono sei in totale i fine settimana arricchiti (e complicati) quest'anno dalla gara breve del sabato: subito dopo Shanghai ci sarà Miami sabato 4 maggio. Poi più nulla fino a Spielberg (Austria) sabato 29 giugno. Le altre tre avranno invece luogo nel girone di ritorno del Mondiale: sabato 20 ottobre ad Austin, sabato 2 novembre a San Paolo del Brasile e sabato 20 novembre a Losail.