Due gli obiettivi in Ferrari: il mondiale e un "favore" al suo idolo Schumi
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"Guardandoci indietro il nostro obiettivo, il mio obiettivo, era di vincere il campionato e non l’abbiamo raggiunto. Sotto questo aspetto abbiamo fallito. ma abbiamo comunque avuto dei begli anni che non rimpiango”. E' un Sebastian Vettel a cuore aperto quello che, a pochi mesi dal prossimo addio alla Ferrari, racconta la sua esperienza nella Rossa. Arrivato a Maranello nel 2015, il tedesco non è riuscito a raggiungere anche un obiettivo secondario: "Volevo rallentare i successi di Hamilton".
Dopo cinque anni, conditi da 54 podi e la carica di vice-campione per due stagioni di fila, volge ormai al termine l'esperienza di Vettel al volante della Ferrari. Piolta di punta del Cavallino Rampante fino all'arrivo di Charles Leclerc, il tedesco aveva ben chiari gli obiettivi fin da subito, ma qualcosa è andata nel verso sbagliato: "Credo di essere vecchio e maturo abbastanza per capire il perché, vedere le ragioni e passare oltre. Questa è la verità. La Ferrari è sempre stata un mio sogno. Non voglio dire che mi fossi fatto il lavaggio del cervello, ma sono sempre stato ispirato dalla mia infanzia da Schumacher nella vettura rossa. Si tratta di un marchio affascinante”.
"Ero abbastanza realista da sapere che non volevo ripercorrere letteralmente le orme di Michael in Ferrari. Ero e sono tuttora ispirato da lui perché credo che sia il migliore di sempre" ha proseguito Vettel.
Il quattro volte campione del mondo ha poi confessato l'obiettivo secondario che si era prefissato per l'esperienza in Ferrari: "Speravo di togliere qualche titolo a Hamilton così che il record di Michael durasse un po’ più a lungo. Adesso purtroppo siamo fuori portata per cercare di fermarlo. Volevo comunque raggiungere questo traguardo, il titolo con la Ferrari, più per me stesso che per Michael. E' un peccato che non abbia funzionato".