Il neocampione del mondo "elettrico" si lascia definitivamente alle spalle la fama di promessa mai sbocciata
di Stefano Gatti© Getty Images
Dopo de Vries, la Formula E accende di nuovo ... una stella: Stoffel Vandoorne è il secondo campione a laurearsi tale al volante di una Mercedes da quando la categoria ha alzato la sfida, vestendosi della titolarità iridata FIA. Il trentenne pilota belga non è nuovo però ad exploits di questa portata. Prima di imbarcarsi in una tutt'altro che memorabile avventura in Formula Uno con la McLaren, Sua Regolarità Stoffel aveva conquistato il titolo della GP2 (l'attuale Formula e) con il team ART Grand Prix. Era il lontano 2015 e il giovane Vandoorne sembrava destinato a una brillante carriera nei Gran Premi della massima formula.
Niente di tutto ciò, invece. Perché nel Mondiale il neocampione elettrico ha soggiornato due sole stagioni (2017 e 2018) con la McLaren. Un biennio senza infamia e senza lode, preceduto da un antipasto che aveva lasciato intendere ben altro: Stoffel aveva infatti sostituito Fernando Alonso (vittima di un incidente a Melbourne), piazzandosi decimo con la McLaren dello spagnolo nel GP del Bahrein del 2016, primo debuttante ad andare a punti dopo Sebastian Vettel, che era riuscito nella stesa impresa nove anni prima a Indianapolis.
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Un precedente illustre e beneaugurante ma le due stagioni successive - da titolare a fianco dello stesso Alonso, prendendo il posto di Jenson Button - sarebbero state avare di soddisfazioni, complice la scarsa competitività della McLaren e soprattutto quella della power unit Honda. Button, Alonso, Vettel: tre campioni del mondo sul cammino di Stoffel ma... niente di serio, purtroppo per lui, nessun destino in comune.
Due settimi posti consecutivi a Singapore ed a Sepang nella prima stagione piena (il 2017) ed un totale di otto piazzamenti nella top ten (nessuno dei quali nella top five): questo il magro bilancio dei quarantadue GP ai quali Stoffel ha preso parte prima di lasciarsi alle spalle la Formula Uno. Salvo rientrarvi dalla porta di servizio a partire dal 2020, come pilota di riserva di Mercedes e della stessa McLaren (che monta la power unit tedesca).
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Per rilanciare e addirittura ricostruire la propria carriera, a Vandoorne non è rimasto che guardare avanti, al futuro e quindi alla Formula E: con il team HWA Racelab nel 2018-2019 (Season 5) e con il team ufficiale Mercedes nelle ultime tre stagioni. Una sola vittoria all'anno (nell'ordine Berlino, Roma e Montecarlo) ma una confidenza crescente con le monoposto elettriche, fino all'invidiabile score di questa stagione: una sola volta fuori dalla top ten, ben otto volte sul podio. Abbastanza per controbattere con successo al poker di vittorie dei piloti (Evans e Mortara) che sono saliti con lui sul podio finale, ma guardandolo dal basso verso l'alto.
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Vinta questa sfida, per il neocampione è già tempo di guardare oltre: alla caccia al bis, da affrontare nelle file del nuovo team Dragon DS, nel quale Stoffel farà squadra con Jean-Eric Vergne, uno abituato a "tritare" i propri compagni d'avventura, o quantomeno a provarci, mettendola sempre e comunque sul piano dello scontro di personalità. Di sicuro facendo pesare inizialmente i suoi due titoli iridati ed una "presenza scenica" piuttosto ingombrante. Un confronto tutto da seguire, un ingrediente in più per accendere - tornando all'inizio- un Mondiale 2023 da scintille vere e prolungate!