La decima stagione del Mondiale elettrico scatta in Centroamerica con una gara molto tattica
di Stefano Gatti© Getty Images
Missione compiuta per Pascal Wehrlein e per la Porsche: il binomio tedesco si aggiudica dalla pole position il primo appuntamento del Campionato del Mondo FIA di Formula E a Città del Messico. Wehrlein controlla in buona sostanza i trentasette giri della gara (due più del programma originale) rintuzzando le velleità di Sebastien Buemi che era scattato al suo fianco dalla prima fila. Terzo gradino del podio per il vicecampione in carica Nick Cassidy che - al bvolante della Jaguar ufficiale - la spunta per l’ultimo gradino del podio su Maximilian Guenther, prima punta... del Tridente Maserati. Alle spalle dei primi quattro, Mitch Evans fa - del tutto legittimamente - gioco d'ostruzione sui suoi diretti rivali, tenendosi dietro fino al traguardo un trenino di avversari guidato da Jean-Eric Vergne (DS Penske). Settima piazza finale per Jake Hughes (McLaren) davanti all'altra GEN3 Penske del campione 2022 Stoffel Vandoorne e alle due monoposto di Andretti a chiudere la top ten: nona piazza per il campione in carica Jake Dennis che stecca la "prima" proprio sulla pista che lo scorso anno lo aveva visto vincitore, a lanciare la sfida per il titolo poi vinto a luglio davanti al pubblico di casa a Londra. Decimo posto per il suo neocompagno di squadra Norman Nato.
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Una prova impeccabile quella messa in scena sull'asfalto del layout "elettrico" dell'Autodromo Hermanos Rodriguez da Wehrlein: sia nel primo terzo di gara, chiuso dalla Safety Car entrata in pista per liberarla dalla GEN3 Envision di Robin Frijns finita contro le barriere, sia nella sua fase centrale e in quella finale, con i due giri addizionali decisi dalla Direzione di Gara a compensazione dei passaggi completati ad andatura ridotta causa neutralizzazione. Esaurito in fretta il bonus di potenza in più da otto minuti, i protagonisti hanno marciato ad alto ritmo verso il traguardo, senza mai riuscire a sferrare attacchi convinti per guadagnare posizioni.
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Alla fine si sono viste due gare in una: quella della zona-podio (ben presto blindato da Wehrlein, Buemi e Cassidy), con la Maserati di Guenther solo nelle migliori intenzioni del pilota tedesco e del team monegasco in lizza per il gradino più basso... e poi quella per le restanti posizioni della top ten. Impossibilitato a tenere il ritmo dei primi (e soprattutto quello del suo neocampagno Cassidy-si preannuncia una bella sfida interna...), Evans ha resistito "eroicamente" a Vergne che ha mollato la presa solo sulla linea del traguardo, costretto a rimanere fuori dai primi cinque.
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Piuttosto buono, viste le circostanze, il settimo posto di Hughes con la McLaren: le ambizioni del team che ha assoldato l'ex Jaguar Sam Bird (solo quattordicesimo) sono però ben più alte. Prova regolare ma senza acuti (anche qui, il contesto era quello che era) la prova del campione 202 Vandoorne. E se Wehrlein porta a casa il quinto successo della propria carriera e il secondo in tre anni a Mexico City, la megalopoli centroamericana dice male al campione in carica Dennis che dodici mesi fa da queste parti si era imposto, lanciando la propria candidatura al titolo. Spinta dallo stesso powertrain (Porsche) di Wehrlein, la GEN3 del pilota inglese ha viaggiato costantemente in nona posizione, avanzando di sole cinque caselle rispetto alla deludente performance in qualifica e salvando giusto la faccia (e la gerarchia interna Andretti) nei confronti del neo... Nato (nel senso di Norman).
Le due gare back-to-back di fine mese a Diriyah (venerdì 26 e sabato 27 gennaio) sono già una missione più o meno obbligata per Dennis ma assumono un significato ben preciso e delicato anche per altri piloti che in Messico hanno deluso:profondamente nel caso di Antonio Félix Da Costa, compagno di squadra del vincitore Wehrlein. Errore di irruenza per il portoghese, campione nel 2020, responsabile di un contatto ad inizio gara che - oltre alla sua - ha compromesso anche la prova di Nico Muller (ABT Cupra).
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Si ferma alle porte della parte nobile della classifica la Nissan: undicesima posizione per Oliver Rowand, dodicesima per Sascha Fenestraz. Giornata senza infamia e senza lode per Edoardo Mortara con la Mahindra (tredicesimo) e notte fonda per il suo compagno di colori nel team indiano Nyck De Vries. Per il pilota olandese (campione del mondo nel 2021) un ritorno nel Mondiale elettrico tutto in salita. Da rivedere anche Lucas Di Grassi. Lui pure tornato agli antichi amori (anche se solo nel senso del team ABT), il pilota brasiliano di origini italiane è uscito presto di scena ben prima di poter mettere a fuoco una performance degna di nota.