Il circuito di Brooklyn è lo scenario perfetto per il grande finale di stagione
La città che non dorme mai, New York City, quest’anno è pronta a ospitare per il secondo anno consecutivo il campionato 100% elettrico. Un gran finale con doppio appuntamento (14 e 15 luglio) che determinerà il vincitore di questa stagione. Sarà il tortuoso circuito cittadino di Brooklyn - situato nell’area portuale di Red Hook - il teatro di questa sfida storica: l’ultima battaglia delle Formula E generation one, prima dell’arrivo delle nuove vetture, delle nuove regole, di nuovi protagonisti. Ma i riflettori sono tutti puntati su di loro: Jean-Éric Vergne, pilota Techeetah, con 163 punti è ancora il leader di campionato, ma il pilota della DS Virgin Sam Bird è staccato di 23 punti e in palio ce ne sono ben 58. Un circuito all’inglese piace molto, visto che la scorsa stagione ha vinto entrambe le gare.
Ma vediamo nel dettaglio questo meraviglioso tracciato cittadino. Il circuito sorge a Sud Est di Manhattan, oltre l’Est River, fra gli hangar delle navi e le vie cittadine, a pochi metri dal Palazzo di Giustizia e dai ristoranti specializzati in pesce e aragoste.
Il layout di quest’anno presenta alcune novità: lo stretto tornante di curva 1 è stato rimosso, al suo posto troviamo 4 nuove curve che allungano il circuito di mezzo chilometro, portandolo ad una lunghezza complessiva di 2,45 km. La linea di partenza non è più su Brownie Street (che rimane il rettilineo più lungo della pista), ma è stata spostata sul molo, vicino ai terminal delle navi, e coincide con la linea d’arrivo. Anche la tortuosa chicane (curva 2 e 3) è stata modificata e resa più scorrevole, ma rimane sempre un punto fondamentale dove poter fare la differenza: girare attorno all’alto cordolo interno significa perdere tempo e velocità, attaccarlo in modo troppo aggressivo invece potrebbe costare una rottura o addirittura un impatto in uscita di curva.
Si arriva poi alla velocissima curva 5, che richiede estrema precisione. In qualifica (o in gara, ma rischiando molto) si può affrontare in pieno. A metà curva c’è anche un leggero avvallamento che scompone la macchina, quindi un buon bilanciamento e un assetto azzeccato in questo punto giocano un ruolo fondamentale.
Si arriva velocissimi verso curva 6, uno dei punti dove vedremo più sorpassi e staccate violente; si affronta la nuova sequenza di curve per poi lanciarsi sul rettilineo più lungo della pista (400 metri) che porta alla seconda chicane (curve 11 e 12), quella più stretta e insidiosa. Un altro buon punto dove tentare un attacco.
Curva 13 si affronta a tavoletta, poi si frena forte per impostare curva 14 (o per entrare nella pit lane) e si cerca tutto lo spazio per affrontare lo stretto tornante di curva 1, ultimo punto dove è possibile attaccare.
Le caratteristiche della pista sono l’ideale per il risparmio e per il recupero dell’energia in frenata: i rettilinei non sono troppo lunghi e permettono frenate profonde e tanto recupero; ma allo stesso tempo il clima afoso e caldo - le temperature dovrebbero aggirarsi attorno ai 29 gradi - metteranno a dura prova le batterie e l’efficienza delle vetture. Sarà una sfida tra auto e tra piloti, fino all’ultima curva. Un gran finale imperdibile di una stagione estremamente combattuta.