Succede di tutto nei 26 giri, con una bandiera rossa e le sanzioni a raffica per non aver sfruttato l'intera attack mode: sfuma il successo di Nissan
L'Homestead-Miami Speedway dà vita a un e-Prix ricco di colpi di scena e problematiche per i piloti. Norman Nato è convinto di averlo vinto al fotofinish dopo la bandiera rossa e la ripartenza, ma vede sfumare la sua vittoria per una penalità: eccesso di attack mode residua per il francese e vari piloti. Vince così Wehrlein su Porsche, precedendo Di Grassi (Lola-Yamaha) e il compagno Da Costa. Oliver Rowland (11°) resta il leader del Mondiale.
Succede di tutto all'Homestead-Miami Speedway, in 26 giri ricchissimi di colpi di scena che stravolgono la classifica delle qualifiche e dei primissimi giri del quinto e-Prix stagionale. Si partiva con Norman Nato (Nissan) in pole su Dennis (Andretti) e Da Costa (Porsche), ma la classifica viene subito riscritta dai primissimi giri: De Vries (Mahindra) scavalca tutti e si prende l'iniziale leadership. Il poleman francese si riprende poi la vetta nei passi seguenti, in una gara contraddistinta dai sorpassi continui e dai moltissimi trenini composti dalle vetture a distanza ravvicinata. Ogni ricorso all'attack mode riscrive la classifica e proseguono i ribaltoni, che consentono a vari piloti di scalare la classifica. Da Costa e Wehrlein si ritrovano così nelle primissime posizioni quando entra la Safety Car per il problema elettrico accusato da De Vries. La gara si blocca per un giro e c'è subito una bandiera rossa: Günther commette un errore e travolge Hughes, Evans è dietro di loro e va a colpire le due monoposto davanti a lui. Con tre vetture ferme nella chicane, è inevitabile lo stop, ma regna la confusione nei minuti di pausa.
La classifica viene riscritta varie volte, con dei continui cambi di posizione nella pit-lane prima di arrivare alla reale classifica per la ripartenza in griglia. La "pole" è per Da Costa, che precede Wehrlein e Mortara, poi Frijns, Di Grassi, Nato, Bird, Cassidy, Vergne, Muller e i duellanti per il Mondiale fuori dalla top-10 iniziale: 11° Rowland e 17° Barnard. Ci sono però dei fortissimi rischi, perché moltissimi piloti hanno sei minuti di attack mode residua e rischiano di non completarli entro la fine della gara, incappando così in una penalità. I cinque giri della ripartenza sono estremamente concitati, con Da Costa che viene sverniciato dai rivali perché non aveva attack mode residua e la classifica che viene costantemente riscritta. Pascal Wehrlein sembra fuggire, ma ha solo quattro minuti di energia-extra e viene ripreso da Norman Nato: il poleman e la sua Nissan lo superano proprio sul traguardo, vincendo per un decimo. Quella di Nato è però una vittoria di Pirro, che sfuma subito dopo la linea d'arrivo: il francese, Frijns (3°), Rowland (4°), Bird (5°) e Barnard (8°) avevano ancora venti secondi di attack mode, penalità per questo quintetto.
I dieci secondi di sanzione fanno dunque scivolare indietro Nato, mentre la vittoria passa a Wehrlein: sul podio con lui Di Grassi, che aveva chiuso 6°, e un furibondo Da Costa che aveva terminato 7°. Primo podio per la Lola-Yamaha, che porta entrambi i piloti a punti con Maloney 10°: quarto è infatti Nico Muller (Andretti), che precede Mortara (Mahindra), Nato (Nissan), Ticktum (Cupra), Frijns (Envision), Dennis (Andretti) e il già citato Maloney. Sia Rowland che Barnard terminano fuori dalla top-10, rispettivamente in 11a e 20a posizione, dunque si riscrive la classifica piloti: guida Rowland con 68 punti, ma Da Costa (54) e il duo Barnard-Wehrlein (51) sono in scia. Porsche guida dunque la classifica dei team, che da quest'anno assegnerà il Mondiale (non al pilota, ma alla squadra). Prossimo appuntamento a Monaco, con un double-header (3-4 maggio).