Il francese è un attaccante nato, ma in Uruguay ha dato sfoggio di qualità insospettabili tanto da meritarsi il paragone con i più rudi calciatori transalpini
Con ancora negli occhi lo splendido duello con di Grassi a Punta del Este, la Formula E si prepara a sbarcare a Roma, per il primo E-Prix italiano in programma il 14 aprile. E gli occhi saranno tutti puntati su Jean-Eric Vergne, il leader del campionato, che in Uruguay ha dato sfoggio di capacità difensive degne del miglior calciatore di ruolo francese, ma anche di un pilota che non ha mai fatto e non farà mai calcoli.
“Se la storia della Formula E ci insegna qualcosa, il campionato non si vince fino all’ultima gara. Ogni punto è cruciale in questa fase della stagione, ma ce ne sono in palio ancora tantissimi e non possiamo sentirci al sicuro solo perché siamo primi in campionato. Siamo l’unico team privato e per poter battere gli altri dobbiamo lavorare il doppio di loro: non abbiamo test, abbiamo molte meno risorse per migliorare la macchina e il powertrain. Sono contento perché adesso so che per il resto della stagione tutti nel team spingeranno duro come me”, le parole, sagge, di Vergne.
Desailly
— Jean-Eric Vergne (@JeanEricVergne) 18 marzo 2018
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