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Bologna-Milan, tutto il Dall'Ara per Mihajlovic

I medici avevano suggerito un po' di prudenza in più, ma Sinisa Mihajlovic a stare lontano dal campo non ce la fa e li ha convinti: a 40 giorni dal trapianto di midollo, fatto per cercare di sconfiggere la leucemia che ha scoperto di avere la scorsa estate, è tornato in panchina per guidare il suo Bologna nella sfida casalinga contro il Milan. L'ultima volta che Mihajlovic aveva potuto vedere la sua squadra dal vivo era stato in ottobre, a Torino contro la Juventus. Poi era cominciata la fase più delicata della lotta al male, quella del trapianto di midollo e della relativa convalescenza. La tabella di marcia prevista per tornare alla guida del Bologna era più lenta, ma lui ha voluto bruciare le tappe. E la voglia che Mihajlovic, accolto dall'ovazione dello stadio al suo ingresso, aveva di tornare ad assaporare le sensazioni della partita si sono viste fin dai primi minuti: irrefrenabile nell'incitare e rimproverare i suoi giocatori dalla panchina. Per far sentire loro che, nonostante la lotta durissima che sta conducendo, non ha mai smesso nemmeno per un secondo di sentirsi il condottiero di questa squadra. Il percorso verso la guarigione, come hanno spiegato nei giorni scorsi i medici dell'Istituto di ematologia Seragnoli dell'ospedale Sant'Orsola di Bologna che lo hanno in cura, è ancora lungo. E anche se le sue condizioni non gli consentono di svolgere tutte le normali attività che svolge un allenatore di calcio, rivedere Sinisa in panchina, con il solito piglio da guerriero che gli appassionati di calcio italiani conoscono da più di 25 anni, è molto più che un segnale di speranza.

08 Dic 2019 - 22:31
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