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La vera impresa è stata finirla. Eroi i vincitori. Ma eroi anche i trentamila che alle spalle del giapponese Kawauchi e della statunitense Linden hanno portato a termine la 122esima edizione della maratona di Boston, la più antica al mondo caratterizzata quest'anno da condizioni meteo pazzesche, proibitive, o quasi, per chi si è cimentato sui canonici 42,195 chilometri. Pioggia, vento forte e continuo e temperature invernali, col termometro prossimo allo zero: un vero tormento che ha piegato anche i mostri sacri della disciplina, testimonianza ne è il crollo del keniano Kirui che ha regalato il successo all'incredulo giapponese Kawauchi, vincitore con il tempo di 2 ore 15 minuti e 58 secondi. Un crono normalmente altissimo per una maratona, per qunato dura come quella di Boston. Non oggi, viste le condizioni atmosferiche. E alto è stato anche il crono al femminile con le 2 ore 39 minuti e 54 secondi della vincitrice. Era dal 1987 che il successo a Boston non andava a un giapponese, al 1985 risaliva invece l'ultima vittoria di una runner statunitense. Ma oggi, più che mai, hanno vinto tutti quelli che hanno corso da Hopkinton sin sotto il traguardo in Boylston Street!