Lo svedese a GQ: "Smetterò quando non mi divertirò più. Ho ancora voglia di imparare e credo che Totti sia nella stessa condizione"
Zlatan Ibrahimovic ha rilasciato a GQ Italia un'intervista a 360°, parlando anche del futuro ed escludendo un ritorno in Italia: "Dico due cose, forse contraddittorie. La prima è che non si sa mai. La seconda è che non si torna mai dove si è fatta la storia - ha detto a Walter Veltroni -. Considero l'Italia la mia seconda casa e il calcio italiano il più bello del mondo". Poi un aneddoto: "Una volta colpii Zebina e Capello disse 'bene così'".
Il futuro di Zlatan Ibrahimovic è un segreto di Pulcinella e, per quei pochi tifosi italiani che nutrivano una piccola speranza di vederlo indossare la casacca della loro squadra del cuore, ci pensa lo stesso campione a spegnere ogni fiammella: Ibra nel nostro paese lo potremmo vedere da turista o una volta che appenderà le scarpe al chiodo. "L’Italia la mia seconda casa: c’è una passione infinita, calda, totale. Assomiglia al mio modo di intendere lo sport. E forse anche la vita".
A Walter Veltroni, l'ex attaccante del Psg ha anche parlato del rapporto con gli allenatori. "In fondo mi sono lasciato male solo con Guardiola. Con gli altri ho discusso, anche litigato, ma sono rimasto amico con tutti".
In particolare con Fabio Capello: "Una volta ebbi un litigio con Zebina. Io lo colpii. Mi aspettavo un rimprovero. Invece Capello se ne rimase in silenzio e poi disse che quel gesto aveva fatto bene alla squadra. Voleva sempre il massimo di tensione e di adrenalina: era perfetto per me".
Ibra ha parlato anche del suo passato e della famiglia. "Non accetto di perdere. L’ho imparato dalla vita: ho la missione di vincere. "Quello che faccio non è per i soldi. A casa mancavano sempre, il frigorifero era vuoto. Oggi che ho tutto, voglio vedere se sono ancora capace di vincere. Smetterò quando non mi divertirò più. Ho ancora voglia di imparare e credo che Totti sia nella stessa condizione".