L'allenatore del Brighton è sul taccuino di società del livello di Liverpool, Chelsea, United, Barcellona e Bayern
Erano lì, sulla sponda del fiume, ad aspettare che perdesse una partita importante per potersi sfogare. Il mondo dei social è pieno di odiatori, a volte capaci di un astio violento e, nella maggioranza dei casi, incomprensibile. Convinti di saperne più di tutti, e aizzati da operatori dei media che fanno il loro lavoro obbedendo a ideologie preconcette e alle opinioni che più possono portare profitto ai loro editori, gli haters a servizio permanente hanno approfittato della netta sconfitta del Brighton nell'andata di Europa League contro la Roma per, nel migliore dei casi, definire "sopravvalutato" Roberto De Zerbi.
Si parte dall'immancabile "Cosa ha vinto?", che abbonda nelle parole piene di livore di chi non tiene in conto del fatto che l'allenatore in questione ha allenato Darfo Boario in Serie D, Foggia, portato alla finale playoff di C, Palermo (esonerato da Zamparini come la quasi totalità dei suoi tecnici), Benevento, preso quando era già praticamente retrocesso, Sassuolo (un undicesimo e due ottavi posti, di cui l'ultimo a pari punti con la Roma che si è qualificata alla Conference League per la differenza reti), Shakthar (qualificazione ai gironi di Champions, vittoria della Supercoppa nazionale e in testa al campionato ucraino prima dell'inizio della guerra) e Brighton (qualificato in Europa per la prima volta nella storia e mantenuto in zone medio-alte della Premier nonostante una rosa non certo di altissimo livello e una serie impressionante di infortuni).
Il tutto condito da una ricerca spasmodica di un nuovo modo di fare calcio, lontano dagli stereotipi, fatto di costruzione dal basso non per farsi bello (come ha sostenuto qualcuno) ma perché è il modo migliore per fare ottenere risultati ai giocatori a sua disposizione. Anche la fase di rifinitura segue percorsi tutti suoi con una ricerca degli spazi in cui colpire che esce dai canoni tradizionali (anche del calcio di posizione e relazionale).
I dirigenti dei club che contano, che, anche se sarà dura ammetterlo per gli abituali frequentatori dei social e per qualche illustre giornalista, ne sanno di più degli haters, lo hanno messo da tempo nel mirino. Non ci sono dubbi che piaccia a Liverpool, Manchester United e Chelsea, e che il City lo tenga in considerazione per il post Guardiola. Anche Barcellona e Bayern Monaco lo hanno messo sul loro taccuino. C'è il meglio del calcio europeo sulle sue tracce. Ma per qualcuno non è abbastanza.