I numeri sono più che soddisfacenti ma il reparto avanzato ha bisogno di innesti nel mercato invernale
© ansa
I dati sono tutti positivi. Tutti. Raffrontati a un anno fa, poi, non c'è partita. Restano però freschi nella mente i due punti lasciati per strada contro il Bologna e solo un poco più sbiaditi i tre persi col Sassuolo per sporcare il giudizio. Il surplus arriva poi da quell'immancabile punta di catastrofismo che inspiegabilmente accompagna spesso la narrazione nerazzurra. Eppure, si diceva, l'Inter di oggi viaggia su ritmi positivi in assoluto, di gran lunga soddisfacenti se comparati al recente passato: i sette punti in più (19 contro 12 di un anno fa, quando erano già arrivate 4 sconfitte) si sommano alle 21 reti realizzate (miglior attacco) e alle 5 subite (miglior difesa). Tanto per dire. Aggiungiamo poi la Champions, con i 4 punti fatti e il primato nel girone (dodici mesi fa i punti erano tre dopo due incontri, frutto del successo contro il Viktoria Plzen successivo al ko contro il Bayern). E allora? Allora servono equilibrio e lucidità nell'analisi e nel giudizio, come giustamente ha sottolineato Inzaghi. Ma proprio equilibrio e lucidità portano inevitabilmente anche a evidenziare una questione che in fondo già era nota e che solo a gennaio - forse - potrà essere affrontata e concretamente risolta: le soluzioni in attacco.
Lautaro e Thuram viaggiano spediti, l'affiatamento è quasi perfetto. In coppia hanno realizzato in campionato 12 reti e sfornato 9 assist, complessivamente hanno contribuito a 21 gol dei nerazzurri di Simone Inzaghi. Nulla da dire. Dietro, però, il nulla o quasi. Arnautovic si è fermato per infortunio (rientrerà tra un mese) e Sanchez è nullo in fase realizzativa e incide poco in costruzione. Il minutaggio a cui l'argentino e il francese sono "costretti" è molto alto, le Nazionali non aiutano in un calendario tanto fitto (Lautaro ad esempio tornerà dal Sudamerica solo 48 ore prima del match contro il Torino alla ripresa). Ci possono essere soluzioni interne - lo aveva detto Inzaghi - con Mkhitaryan o Klaassen, ma sinora non si sono praticamente mai viste, il canovaccio tattico nerazzurro è sempre rimasto legato al classico attacco a due punte. Ci sono tre mesi davanti per fare tutte le valutazioni del caso ma gli altri sei successivi suggeriscono la necessità di arricchire la rosa. I soldi della Champions (quelli già assicurati, i premi partita e il botteghino) più quelli che la qualificazione al Mondiale per Club potrebbero garantire a bilancio, aiuteranno nel caso il lavoro di Marotta e Ausilio. La rosa dei papabili parte con Taremi (in scadenza a giugno col Porto), attacnte di grande esperienza, già corteggiato in estate e poi vicinissimo a vestire invece la maglia del Milan. A gennaio se ne riparlerà sicuramente. Il ds nerazzuro Ausilio ha invece negato ogni interesse per l'albanese Broja del Chelsea, ma si sono fatti anche i nomi di Gimenez del Feyenoord e Krstovic del Lecce. Siamo per ora nel campo delle analisi e delle valutazioni. Al di là della recente frenata col Bologna, l'Inter e Inzaghi stanno facendo il loro: sul lungo periodo, a meno che Arnautovic e Sanchez incomincino a dare ciò che ora (per una ragione o per l'altra) non stanno dando, servirà però un "boost" da parte della società.