L'ex tecnico del Genoa: "La Divina Provvidenza ci ha assistito all'ultima. Ma questo è un grande club!"
La natura di un uomo, si dice, la si capisce nei suoi momenti di difficoltà. La tempra, anche. Ecco, in un momento tutt'altro che semplice Cesare Prandelli si è dimostrato ancora una volta un signore. Nei modi, nei toni, nei pensieri. L'avventura al Genoa si è conclusa, il presidente Preziosi ha scelto Aurelio Andreazzoli al suo posto, ma l'ex ct nella conferenza d'addio al club rossoblù ha solo parole di affetto, stima e considerazione per la società che lo ha riportato ad allenare in Italia.
Resta il rammarico, è certo. Restano i rimpianti e il disappunto per quelle situazioni sliding doors che avrebbero potuto contribuire a scrivere una storia diversa, ma lo sguardo va propiettato oltre: "Una premessa - ha esordito l'ex ct azzurro - per precisare che sono qui perché volevo assolutamente ringraziare tutte le persone che hanno collaborato con me, persone serie molto capaci, e da parte mia non ci sarà nessun tipo di polemica. Lascio con rimpianto, certamente questo sì. Perchè ci credevo, perché pensavamo di costruire qualcosa di importante e forse ci stavamo riuscendo, perchè qui ci sono persone capaci e serie ma soprattutto hanno la maglia del Genoa tatuata sulla pelle. Volevamo condividere un progetto, una gestione".
Ma le cose sono andate diversamente, e tanti possono essere i motivi. O forse no, forse a volte è solo il caso o il singolo errore: "Diciamo che nel calcio basta un episodio. L'episodio forse più importante è stato il rigore con la Roma al 90' (sbagliato da Sanabria, ndr) e se avessimo segnato ci saremmo salvati a tre dalla fine e avremmo scritto un'altra storia. Portiamoci a casa questa salvezza però, ma nell'ultima partita c'è stata la mano della Divina Provvidenza del calcio".
Certo, però, la cessione di uno come Piatek a gennaio non ha contribuito a rinforzare la squadra e ad agevolare il cammino: "Una squadra che deve cercare di salvarsi deve avere la certezza di quei giocatori che in area di rigore ti possono dare un aiuto. In quel momento però bisogna pensare a qualcosa di diverso, ma quando si parla di bilanci l'allenatore deve fare un passo indietro. Io ho solo chiesto di poterlo sostituire con un giocatore che conoscesse il campionato italiano. L'unico rimpianto, però, è forse non aver iniziato una stagione dall'inizio".
Ora non è ancora tempo di pensare al suo futuro. Per questo, ha assicurato Prandelli, ci sarà modo da domani: "Diciamo che questo è stato un divorzio consensuale. Adesso voglio ritrovare un po' di serenità e vedere il calcio in maniera un po' distaccata perchè tante volte ci prendiamo troppo sul serio. Alla fine è un gioco e le cose serie sono altre. Questa è stata una sfida difficile ma la piazza, lo ripeto, è straordinaria".