In Catalogna sicuri: i Citizens non sono disposti a pagare il cartellino di Messi. E Bartomeu incontra il padre dell'argentino
Pretattica? E' possibile. Ma non solo, perché quanto scrive oggi il Mundo Deportivo appare circostanziato e sicuramente verosimile: il Manchester City è certamente interessato alla situazione Messi ma - scrivono in Catalogna - non è disposto ad affondare il colpo se l'argentino non si libererà gratis dal Barcellona. L'affare, si sostiene, non viene considerato economicamente sostenibile se oltre allo stipendio faraonico richiesto da Leo sarà necessario anche scendere a patti con il club blaugrana per trattarne l'acquisto, al di là della clausola da 700 milioni considerata più formale che reale. Insostenibile anche per il club inglese, fuori logica anche per le risorse finanziarie pressoché illimitate della proprietà degli Emirati Arabi. Non ultimo anche per le note questioni del Fair Play Finanziario che hanno visto il City sotto la lente di ingrandimento della Uefa. E così, in attesa che il presidente del Barcellona Bartomeu si veda con Jorge Messi, il padre di Leo, per cercare una difficilissima via d'uscita, sempre il Mundo Deportivo riporta che proprio Pep Guardiola avrebbe consigliato al 10 blaugrana di rivedere le proprie posizioni e chiudere la carriera a Barcellona.
Indiscrizioni arrivate all'indomani del ritorno di Pep in Inghilterra dopo il suo soggiorno nella casa di Barcellona. Guardiola - riporta la stampa catalana - avrebbe infatti sentito Messi telefonicamente, riportandogli non solo l'ovvio desiderio di riaverlo con sè ma esponendogli anche le difficoltà economiche della vicenda e, non ultimo, il sincero dispiacere nel veder terminare in questo modo la sua storia con il club della sua vita. Il tutto, si diceva, mentre Bartomeu e Jorge Messi si preparano al faccia a faccia risolutivo: il club non molla e considera il contratto ancora valido e su questo farà leva per distogliere Messi dall'idea di liberarsi a titolo gratuito, proponendo anzi un rilancio, con un prolungamento fino ai Mondiali del Qatar. La controparte, al momento, resta invece ferma sulle proprie posizioni. La via d'uscita, in questo contesto, non si vede, ma la questione resta apertissima.