Il calciatore della squadra partenopea ha ripercorso la propria carriera fra gli esordi con il Sassuolo, la vittoria dell'Europeo e la conquista dello scudetto
"Mi avevano cercato Juve, Milan, Inter ma sono felice di giocare nel Napoli, anche per la storia dei calciatori, vorrei ricordare solo Maradona e Juliano, che hanno indossato questa maglia". Parola di Giacomo Raspadori che all'ombra del Vesuvio sembra aver trovato una nuova dimensione. Fra i migliori prospetti del calcio italiano, l'attaccante bolognese si è preso la scena e la Nazionale negli ultimi mesi complice anche l'ottimo rapporto con il commissario tecnico Luciano Spalletti che lo ha plasmato e inserito nella propria formazione ideale.
In una lunga intervista rilasciata a Walter Veltroni su La Gazzetta dello Sport, il 23enne emiliano ha parlato del suo rapporto con la città partenopea dove è approdato nel 2022 conquistando subito il terzo scudetto della sua storia. "Io sono ambizioso e sapevo che questo era il luogo giusto: dopo il magnifico tempo trascorso al Sassuolo, avevo bisogno di uscire dalla mia comfort zone, di lottare per uno scudetto e nelle coppe internazionali. All’inizio è stato strano, ma qui c’è energia, si vive la gioia di vivere e si percepisce una passione per il calcio che è febbre e amore vero, collettivo, quotidiano. Sono felice, qui. Lo scudetto era nell’aria, quell’energia ci sospingeva. La città fibrillava, e noi con lei. E’ stata una vittoria della squadra, dell’allenatore, della società. Ma anche di tutta la città: si percepiva un desiderio comune, un’attesa vissuta in ogni casa che poi è diventata gioia collettiva - ha raccontato Raspadori -. Quest'anno? Penso sia fisiologico, dopo la vittoria dello scudetto. Non è un alibi, ma l’anno scorso è stato emotivamente dispendioso, non siamo abituati a vincere, non abbiamo sempre la cattiveria che discende da quella convinzione. Dobbiamo ritrovarla, ci stiamo lavorando. Siamo una grande squadra. Non possiamo e non dobbiamo dimenticarlo mai".
Il calciatore di Castel Maggiore ha avuto modo di incontrare diversi" maestri", fra cui spicca senza dubbio il nome di Roberto De Zerbi che ha puntato su di lui nonostante la giovane età e lasciandogli l'opportunità di centrare il grande sogno che aveva sin da bambino: vestire la maglia della Nazionale.
"Sono stato fortunatissimo, ho trovato sempre allenatori di alto livello, anche dal punto di vista umano. Se devo dirne uno, non posso che ricordare Roberto De Zerbi. Lui mi ha fatto esordire in A e mi ha sempre dimostrato una fiducia incondizionata. A un certo punto si pensava fosse giusto che andassi in prestito in Serie B. Lui si oppose, mi ha sempre voluto al centro dei suoi progetti. Con De Zerbi mi sono reso conto delle mie possibilità. Se non avessi incontrato uno come lui, il mio destino forse sarebbe stato differente - ha sottolineato Raspadori -. Solo a parlare di Nazionale ti emozioni. Poterne far parte ti trasferisce un’energia pazzesca. Sai che stai rappresentando il tuo Paese, migliaia di bambini che avevano o hanno il tuo stesso sogno e che non riusciranno a realizzarlo. Tu sei con l’azzurro addosso anche per loro. Il mio primo ricordo di quella maglia sono i Mondiali del 2006. Avevo sei anni e credo sia, in assoluto e in generale, il primo momento della mia memoria".
Con la compagine tricolore Raspadori ha centrato uno dei momenti più belli della propria carriera come la vittoria degli Europei nel 2021, quella che si potrebbe definire una svolta per la sua carriera che lo ha fatto diventare grande e gli ha permesso di rendersi conto di quale fosse il suo vero potenziale: "Gli Europei sono stati la presa di coscienza di dove ero arrivato, con tanta fatica e tanta passione. Alla prima convocazione, sono entrato in punta di piedi in un gruppo fantastico e abbiamo vinto. E poi, stando lì, ho capito che nulla è impossibile, ho capito che il lavoro, le giornate sotto la pioggia o il vento ad allenarsi, sono servite a raggiungere una vetta così alta. E’ stata un’emozione che vorrei rivivere presto".
Proprio in Nazionale ha incontrato Niccolò Fagioli e Sandro Tonali, squalificati per il caso scommesse, e che il giocatore del Napoli apprezza sotto il profilo umano in attesa di poterli incrociare nuovamente sui campi di gara nel 2024. Un'annata che lo vedrà per certi versi diventare realmente "grande" con l'arrivo del suo primo figlio.
"Se ho parlato con Fagioli e Tonali? No, non ho avuto modo. Ma sono due ragazzi di qualità umana, non solo calcistica, e ne usciranno presto e bene. Vale quello che dicevo prima: la velocità del successo può determinare varie reazioni, compresa la sensazione di non avere limiti, e può far perdere la strada anche ai migliori - ha concluso Raspadori -. A maggio divento padre. Siamo a metà strada. A Natale sapremo se è maschio o femmina. Io sono così di carattere. Senza esagerare ho sempre voluto avere le cose della mia vita sotto controllo. Questo è il passo più importante della vita della mia fidanzata e mia. Spero di essere all’altezza e di poter dare sempre un buon esempio alla creatura che verrà".