Diverso sarebbe se Inzaghi, come Conte, avesse una sola competizione da preparare: ma così non è
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Mkhitaryan è tornato in gruppo ieri, contro l'Empoli ci sarà. Frattesi, al netto delle voci di mercato e di evoluzioni che ancora paiono fumose, è alle prese con un affaticamento muscolare che lo sta frenando: oggi si è allenato a parte, ma dovrebbe comunque continuare a stringere i denti e mettersi a disposizione di Inzaghi. Ovviamente, sia dal punto di vista psicologico che da quello fisico, non è al cento per cento. Ma tant'è, di necessità virtù. Calhanoglu invece è fuori causa per almeno altri dieci giorni: potrebbe anticipare i tempi di recupero e puntare al rientro con il Lecce, più probabile comunque che venga mantenuta la previsione iniziale e rivederlo così col Monaco. Sin qui la situazione dell'Inter a centrocampo, capitolo infortuni si intende. In attacco, invece, ancora fuori Correa: tornerà trai convocati per la trasferta di Lecce. Detto questo, al di là della situazione in infermeria, dietro Lautaro e Thuram c'è pressoché il vuoto. A gennaio inoltrato, giunti a metà stagione, la cosa è ormai evidente. Viene poi la difesa, dove manca ancora Bisseck che ne avrà almeno sino a fine mese. Capitolo Acerbi: dopo la convocazione contro il Bologna, ieri il centrale nerazzurro ha svolto un lavoro personalizzato, nessuna ricaduta ma la necessità di allenarsi per ritrovare una condizione che lui per primo non avverte ottimale. Oggi, buona notizia per Inzaghi, ha lavorato invece con il gruppo: la sua resta una situazione delicata che va gestita con la massima attenzione. Ovvio che dopo due mesi di assenza il suo minutaggio dovrà essere precauzionalmente graduale.
Insomma, questo è il campo che a gennaio, alla vigilia della ripresa della Champions e con un calendario che si farà sempre più fitto e pesante, non può non interfacciarsi con il mercato. L'Inter, è vero, sta lavorando in questi giorni per il futuro - Perez, Sucic, Juma Bah - ma giorno dopo giorno, partita dopo partita, infortunio dopo infortunio, la necessità di confrontarsi anche con il presente si fa sempre più pressante. Diverso sarebbe se Inzaghi, come Conte per intenderci, avesse una sola competizione da preparare. Ma così non è. E soprattutto, alle sue spalle c'è una società che a parole ha espresso ripetutamente la volontà e l'ambizione di puntare a vincere tutto. Bene, per farlo, questa rosa non basta. E' forte, sì, ma non abbastanza profonda. E la distanza tra prime scelte e "riserve" (sì, siamo dei boomer e usiamo ancora il termine riserve) è quanto mai evidente. Dopo l'Empoli mancheranno ancora due settimane circa alla chiusura della finestra di mercato: il tempo per intervenire, insomma, ci sarebbe. La necessità di certo. Serve però anche la volontà e questo è l'interrogativo, se non addirittura il problema.