Il rinnovo dello slovacco è complicato: il Psg pronto ad affondare il colpo con una offerta al ribasso
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Si era parlato di metà settembre come prima dead-line per un nuovo accordo, o comunque prima della sosta nazionali. Poi la data è stata posticipa a metà ottobre. Ora una quindicina di giorni più in là. Il tema è il rinnovo di contratto di Skriniar, con la necessità per club e tifosi di avere un orizzonte chiaro. Prolungamento oppure no, con la seconda ipotesi che porterebbe necessariamente alla cessione a gennaio con una vendita al ribasso rispetto all'offerta estiva del Psg. Ma tant'è, con una scadenza a giugno 2023 non può essere altrimenti: i circa 60 milioni agostani di Al Khelaifi (parte fissa più bonus) con l'inizio dell'anno nuovo non potranno che essere la metà, probabilmente meno: 25 prendere o lasciare, che significherebbe perdere il giocatore a zero sei mesi più tardi. Danno e beffa.
L'Inter non può certo pareggiare l'offerta del Psg a Skriniar: i 9 milioni offerti allo slovacco sono cifra esorbitante per le finanze nerazzurre. Nell'incontro, più volte posticipato, che finalmente dovrebbe tenersi con il mese nuovo, Marotta potrà offrire a Skriniar un contratto sino al 2027 con ingaggio massimo a 6/6.5: meno di quanto la controparte chiede, forte delle lusinghe parigine. Insomma, perché possa trovarsi una soluzione serve un atto di fede di Skriniar e uno sforzo in più dell'Inter, cosa quest'ultima improbabile a fronte delle difficoltà economiche del club e le ulteriori imposizioni che sono in arrivo da parte del Governo cinese sul divieto di investimenti nel calcio all'estero. Qualcosa di diverso potrebbe accadere se il club fosse invece venduto (di certo l'Inter è in vendita, gli acquirenti però ancora sono lontani) ma la vicenda è tutt'altro che chiara. In definitiva, a oggi la cessione di Skriniar a gennaio è ipotesi plausibile e probabile. Il malumore e la contestazione dei giorni scorsi per le vie di Milano confermano i timori sempre più diffusi nel mondo nerazzurro.